Remote working

Dare un senso alla giornata, quando un senso non ce l’ha

È uno dei motivi per cui ho deciso di provare ad introdurre la “retrospettiva” a fine giornata. La realtà lavorativa che vivo è molto particolare, non la cambierei, ma nonostante abbia una serie lunghissima di pregi ha anche i suoi difetti. Uno su tutti è la difficoltà di concentrarsi pochi, magari uno solo, macro-task. Capita spessissimo di arrivare a fine giornata e avere la sensazione di aver concluso molto poco: moltissimi micro-task, in apparenza, e poco più. Non è molto diverso dalla situazione proposta da Mariano: Premessa: Anche io adoro l'impatto psicologico della...

posted @ venerdì 27 ottobre 2017 08:34 | Feedback (0)

La mia agendina: piccola evoluzione

Come probabilmente sapete uso quotidianamente un’agenda* cartacea come todo list, per tenere traccia delle attività che devo fare e di quelle fatte. Ne abbiamo parlato parecchio nei mesi scorsi. Da ieri ho aggiunto una piccola evoluzione: una retrospettiva a fine giornata. Alla fine della giornata dedico 15 minuti a fare due cose: preparare la giornata successiva trascrivendo il non fatto e aggiungendo quello che so già che deve essere fatto aggiungendo a piè di pagina della giornata correte una micro retrospettiva in stile: cosa è andato bene, cosa è andato...

posted @ mercoledì 25 ottobre 2017 11:41 | Feedback (1)

Il lavoratore remoto: lunga vita alle review

Nella nostra esperienza il “pair programming” da remoto è compito arduo, gli strumenti se si trovano sono estremamente acerbi, e la semplice condivisione dello schermo non ha neanche lontanamente lo stesso effetto dell’essere seduti uno di fianco all’altro. Se in più ci mettete l’ovvia magagna delle time zone il disastro è servito. Il nostro strumento prediletto sono quindi diventate le code review. Se fai push su master o develop direttamente ti tagliamo “i ditini”: apri una pull request, per tutto. Se la pull request è troppo...

posted @ mercoledì 18 ottobre 2017 12:57 | Feedback (1)

Il lavoratore remoto: la diversa-socializzazione

Il lavoratore remoto, a differenza di quello colocato, non socializza, o fa molta più fatica a socializzare, proprio perché non c’è un “posto” di lavoro che ne favorisca il processo. È quindi facile diventare l’orango di turno che, come in natura, vive la sua vita in solitaria. Solo che il buon orango ha uno scopo ben preciso nello star da solo, mentre sappiamo che l’essere umano molto rapidamente si trasforma in uno strano mostro alienato dalla società. Il lavoratore remoto deve quindi fare qualcosa di proattivo per stimolare socializzazione dato che non è immerso in un contesto...

posted @ lunedì 16 ottobre 2017 08:21 | Feedback (0)

Il lavoratore remoto: demo, tutorial, e tanto tanto materiale scritto.

Se da un lato scrivere è attività da ponderare, dall’altro per il lavoratore remoto è attività fondamentale. Ogni volta che dovete condividere qualcosa con i colleghi in un modello colocato sareste portati ad indire una riunione. Quando lavorate da remoto è molto facile transitare da una riunione ad una conference call, peccato che questa invada lo spazio e l’autonomia di tutti gli invitati come farebbe un lock pessimistico in uno database con alto traffico. Un disastro insomma. Non che in uno scenario colocato non lo sia, anzi. La soluzione alla condivisione di materiale è, ad esempio,...

posted @ mercoledì 11 ottobre 2017 11:03 | Feedback (0)

Il lavoratore remoto: Arrabbiato? non scrivere

È probabilmente un consiglio che vale sempre, ma ancor di più per il lavoratore remoto: quando sono le emozioni a guidare non usate comunicazione scritta. WhatsApp è causa della rottura di una quantità abominevole di rapporti, lo so è triste e anche un po’ deprimente. Ho assistito personalmente ad amicizie di lunghissima data andate in frantumi per un’interpretazione sbagliata di un messaggio scritto. E attenzione, non c’è faccina che tenga, se poi ci mettiamo che c’è gente che si è nascosta molto bene quando hanno cercato di insegnarli grammatica, ortografia e l’uso dei famigerati puntini di sospensione…siamo...

posted @ lunedì 9 ottobre 2017 08:51 | Feedback (1)

Il lavoratore remoto: Nessuno lo sa se non lo dici

Le dinamiche del lavoro colocato non si possono applicare al lavoro remoto, questo credo sia ormai chiaro. Ne stiamo parlando da un po’ e con i ragazzi di dotNetPodcast stiamo anche registrando una serie di puntate sul tema. In un ambiente colocato l’ambiente vi osserva, i vostri colleghi vi osservano, il vostro capo vi osserva. In un ambiente in cui c’è contatto fisico con le persone il linguaggio non verbale è una componente importantissima. Questo significa che la comunicazione può essere in qualche modo passiva, non siamo noi a dover per forza iniziare una comunicazione, ma possono...

posted @ venerdì 6 ottobre 2017 10:15 | Feedback (0)

Il lavoratore remoto: la concentrazione e gli spazi

Spesso il lavoratore remoto è anche promotore convinto del lavoro nomade fatto in spazi di co-working o Starbucks e affini. A prescindere dal dove è molto importante che l’ambiente che scegliete per lavorare sia idoneo a voi, non tanto al compito che dovete portare a termine, quanto proprio a voi come persona. Io non sono animale da co-working, l’ho detto pubblicamente qualche tempo fa: Ma in generale non sono animale da spazi popolati dove conosco le persone. Lo so questa è curiosa: riesco a lavorare seduto per terra in stazione Centrale a...

posted @ martedì 19 settembre 2017 19:26 | Feedback (0)

Il lavoratore remoto: la flessibilità, diritto e un dovere

Se lavorate da remoto e state facendo 9/18 con 1 ora di pausa pranzo state sbagliando tutto. Il lavoratore remoto è diverso, deve essere diverso e deve giovare dell’essere diverso. Forse qualcuno avrà notato che ho cambiato la cadenza dei post, non ce ne sono più il venerdì. Perché? Semplice sono in ferie tutti i venerdì fino a fine agosto. Anche quest’anno per ora niente ferie lunghe e consecutive, ma lo stress e la fatica si accumulano comunque, la flessibilità che ho mi permette con tranquillità di prendermi 14 venerdì di ferie. Allo stresso tempo visto che fa...

posted @ mercoledì 19 luglio 2017 12:24 | Feedback (0)

Il lavoratore remoto: il confronto con i colleghi

L’organizzazione della propria giornata lavorativa, in particolare se si è da soli nel proprio ufficio, è particolarmente complessa e rischia di essere il nostro tallone d’Achille. Una giornata mal organizzata può solo portare a: Sensazione o effettiva poca produttività. Poca soddisfazione. Frustrazione Giorno dopo giorno, mano a mano che si accumulano le settimane la cosa può solo finire male. Prevenire è meglio che curare Non ci sono ricette magiche, una delle cose che ho compreso essere molto importante è il costante confronto con i colleghi, ove...

posted @ lunedì 3 luglio 2017 11:19 | Feedback (1)

Il lavoratore remoto è da solo e senza feedback

Nel viaggio attraverso alcune delle caratteristiche del lavoratore remoto abbiamo già toccato il problema solitudine. Il tener traccia delle attività quotidiane è un interessante escamotage al fine di dare valore alla giornata, principalmente se la giornata tende ad essere guidata da mille cose da fare. L’agendina sul lungo periodo non funziona In ambienti sani (e non credo di averne incontrati) ci si aspetta che ci sia un processo di feedback consolidato, in cui il manager è colui che veicola il feedback verso il team, con un flusso costante di informazioni. Feedback sia positivo che negativo, sono entrambi fondamentali....

posted @ lunedì 26 giugno 2017 08:43 | Feedback (0)

Il lavoratore remoto: time zone e flessibilità

Le time zone sono sia la croce che anche la delizia dell’azienda in cui lavoro. I miei colleghi più ad est, rispetto a me, vivono sulla costa orientale dell’Australia, quelli più a ovest in California. Aziendalmente, ad esempio per il supporto ha molto senso, ma questa è un’altra storia. Sta di fatto che collaborare non è così semplice come girare la sedia e far quattro chiacchiere con quello che siede dietro di voi. Potete immaginare. Non ha quindi nessun senso definire il concetto di orario lavorativo, viene molto comodo renderlo molto fluido e auto-gestito al fine di soddisfare le...

posted @ mercoledì 24 maggio 2017 09:47 | Feedback (0)

Il lavoratore remoto: la pausa caffè con i colleghi

I momenti di aggregazione extra-lavorativi o durante le pause sono ottimi per consolidare quei rapporti umani fondamentali per la costruzione di un buon team. Per il lavoratore remoto questa cosa è difficile, se non impossibile in certe situazioni. Le pause con i colleghi semplicemente non ci sono Mentre in uno scenario “tradizionale” viene abbastanza naturale che le persone che condividono lo stesso spazio fisico tendano anche a condividere momenti extra-lavorativi, vuoi anche solo sotto forma di racconti e aneddoti, per il lavoro da remoto dove lo spazio fisico non c’è, il processo di condivisione semplicemente non si...

posted @ lunedì 22 maggio 2017 09:45 | Feedback (0)

Il lavoratore remoto: “turn on the webcam”

Una delle cose che il lavoratore remoto rischia di più è l’isolamento, e spesso è lui stesso che se lo cerca. Accendere la webcam sembra un tip stupido e per molti scontato, ma in quasi quattro anni di call quotidiane vi posso garantire che non lo è. E non è soltanto accendere la webcam, ma è anche far si che funzioni con decenza. Partiamo da quando è accettabile non averla/usarla: pessima connettività. Ci sono scenari in cui la qualità della connettività è talmente scadente che attivare il video in una conference call renderebbe impossibile la conference call stessa. Mi...

posted @ venerdì 19 maggio 2017 10:04 | Feedback (0)

Il lavoratore remoto e gli incontri in carne ed ossa

Sono reduce da 4, bellissimi, giorni a Stoccolma spesi con un gruppo di colleghi al solo fine di passare del tempo insieme. Ovviamente la birra l’ha fatta da padrona, ma questa è un’altra storia ;-) Camaraderie mutual trust and friendship among people who spend a lot of time together. Dopo tre anni posso con certezza dire che da remoto non funziona, i rapporti umani fanno moltissima fatica a formarsi, rafforzarsi ed evolvere. Le problematiche fondamentalmente sono: Gli strumenti non aiutano, anzi, tendono a limitare i rapporti umani ...

posted @ lunedì 1 maggio 2017 11:30 | Feedback (2)

Il lavoratore remoto: la solitudine e la mia agendina

Ho già avuto modo di parlare della mia agenda quando ho trattato get things done e la disciplina. E voi vi starete chiedendo: che attinenza hanno con il lavoratore remoto? Troppa, è la risposta. Una delle rogne del lavoratore remoto è la solitudine. I vantaggi del lavoro da remoto sono tantissimi, ma la solitudine è un problema interessante con cui avere a che fare, giorno dopo giorno. Il problema di fondo è che siete soli, nel vostro ufficio casalingo. Il che comporta un paio di conseguenze: ci sono tutta una serie di risvolti psicologici che non sono oggetto di questo post e...

posted @ mercoledì 26 aprile 2017 13:44 | Feedback (4)

Il lavoratore remoto: la vostra vita personale viene prima.

Troppo spesso sento lavoratori remoti che elogiano la propria condizione ma non nascondono commenti del tipo: …certo, tutto bello, ma devo difendermi dalla moglie o dalla suocera, o da <scegliete voi un compito non lavorativo a scelta tipo stendere> Lo ammetto all’inizio ero anche io così, poi ho capito che sbagliavo tutto. Resistance is futile, recitavano un tempo Non è possibile pensare di essere un lavoratore remoto e allo stesso tempo di (esagerando) timbrare il cartellino. Sperando di fare un secco 9/17, con le pause contate e sincronizzate con i...

posted @ mercoledì 19 aprile 2017 20:17 | Feedback (1)

Il lavoratore remoto: la postazione

Abbiamo già accennato all’importanza dell’ambiente che ci circonda, zoomando sulla nostra postazione di lavoro è facile rendersi conto di come l’attenzione li debba essere ancora maggiore. Non ho ricette. Ho solo quello che va bene per me. Ne ho scritto sul mio blog in inglese, [1] e [2], “confessando” di essere uno stand up worker. A me piace e funziona anche abbastanza bene, lungi da me il poter dire che sia meglio o peggio. A prescindere dal modo in cui lavorate, in piedi o seduti, ci sono però alcune cose su cui non ha senso lesinare. ...

posted @ lunedì 10 aprile 2017 13:04 | Feedback (2)

Il lavoratore remoto: non è migliore, né peggiore, è diverso

Ci sono aziende che hanno paura dei lavoratori remoti. Non tanto delle persone in se, piuttosto della “nuova” modalità organizzativa. Ci sono aziende che vedono il lavoratore remoto come un modo per risparmiare: ti lascio a casa, mi servono una scrivania in meno, meno corrente, meno riscaldamento, e meno affitto. Ci sono aziende che considerano il lavoratore remoto una seconda scelta, un po’ come un capo d’abbigliamento con le cuciture venute male, roba outlet. E se ne dimenticano costantemente. Ci sono aziende che vedono nel lavoratore remoto la possibilità di avere un talento al quale altrimenti non...

posted @ venerdì 7 aprile 2017 20:06 | Feedback (2)

Il lavoratore remoto: il setup per le conference call, minimo sindacale.

Abbiamo già parlato dell’importanza della connettività e dell’impatto che ha sulla nostra giornata lavorativa, specialmente se da remoto. Il setup è fondamentale per rendere la vostra giornata migliore. Vediamo quello che secondo me è il minimo sindacale per le conference call. Webcam Una buona webcam. Non dovete spendere centinaia di euro, ma una webcam decente è essenziale. La mia Logitech grezzissima costava 12.70€ e funziona benissimo. Cosa essenziale? che sia capace di mettere a fuoco in maniera decente e rapida. Non c’è cosa peggiore che essere in una call e vedere il vostro interlocutore, o voi stessi,...

posted @ mercoledì 5 aprile 2017 12:00 | Feedback (2)

Il lavoratore remoto: l’ambiente che vi circonda è essenziale.

Mio malgrado sono stato obbligato per qualche mese a frequentare un co-working. Dico mio malgrado perché il sottoscritto è un po’ come un gatto: socievole ma non sociale. I co-working e gli open space sono l’abominio del posto di lavoro Magari sono solo io che non sono un animale sociale, ma anche se fossi da solo per me risulta impossibile lavorare in un ambiente dove non regna la pace. E, lasciatemelo dire, mi sa che non sono solo io perché tutte le volte che ho osservato un co-working o un open space ho sempre visto questo:...

posted @ mercoledì 29 marzo 2017 13:00 | Feedback (0)

Il lavoratore remoto: una call è meglio di mille parole e mille parole sono meglio di una call.

Una delle cose su cui sento insistere molto è l’asincronicità del lavoro remoto. Si stressa molto sul rendere tutto asincrono. Ottimo, peccato che non funzioni sempre La comunicazione asincrona comporta scrivere molto, anzi moltissimo. Scrivere aiuta moltissimo in certi contesti e crea moltissima frizione in altri. Diventa quindi molto importante capire rapidamente quando la comunicazione ha senso che sia asincrona, e quindi scritta, o sincrona e quindi vis-a-vis con una call. Diciamo che la nostra regola aurea interna è: discussioni e ricerca del consenso funzionano molto bene in maniera sincrona e molto male...

posted @ lunedì 27 marzo 2017 12:47 | Feedback (0)

Il lavoratore remoto e la qualità della connettività.

Sembra una cosa scontata, ma non lo è per nulla. Perché il lavoro da remoto possa anche solo essere preso in considerazione la presenza di connettività è un requisito fondamentale. Direi lapalissiano. Quello che forse è meno scontato è la frustrazione e lo stress elevatissimo che una qualità scadente della connettività può generare, sia da parte del lavoratore che da parte del datore di lavoro. Banda, velocità nominale e qualità La velocità della connessione è un fattore che ha un peso limitato sulla qualità complessiva percepita, e di conseguenza su stress e frustrazione. Paradossalmente è meglio...

posted @ lunedì 20 marzo 2017 10:18 | Feedback (0)

Il lavoratore remoto

Lavoro, da remoto, come Solution Architect per Particular Software da circa 3 anni. In questi tre anni ho, e abbiamo anche come azienda, sperimentato parecchio in ambito “lavoro da remoto”. Da un annetto a questa parte parlo pubblicamente di come siamo organizzati. Il talk, “The agony and the ecstasy of working remotely (from cogs to Nirvana)” , è focalizzato sulla struttura organizzativa e sul processo evolutivo che l’azienda ha intrapreso. La nuova categoria “remote working”, di cui questo è il primo post, nasce invece per raccogliere tutta una serie di suggerimenti e accorgimenti (tips & tricks) per me...

posted @ venerdì 17 marzo 2017 10:30 | Feedback (1)

Mentor (was: Sempre al lavoro)

Prendo spunto dal commento di Roberto ad un precedente post: Ci sono delle domande molto importanti li in mezzo, e di certo non sono io la persona giusta per dare risposte: Essere sempre a lavoro anche non fisicamente, potrebbe essere a lungo termine deleterio? Il non separare gli spazi mentali ma anche fisici a lungo andare potrebbe essere più dannoso o faticoso? La risposta breve è si e si, quella lunga è disciplina e disciplina. Non c’è la formula magica, volevo scrivere questo post stamattina alle 8, sono...

posted @ lunedì 25 luglio 2016 13:25 | Feedback (0)

Diversity

Ci stiamo provando con tenacia, ma al momento stiamo facendo veramente tanta fatica. Ma cosa significa “diversity”? It means understanding that each individual is unique, and recognizing our individual differences. These can be along. the dimensions of race, ethnicity, gender, sexual orientation, socio-economic status, age, physical abilities, religious beliefs, political beliefs, or other ideologies. A tutt’oggi il mondo del “Software engineering” è un club esclusivo, è fondamentale lavorare per farlo diventare mostruosamente più inclusivo. Se volete approfondire: “Software engineering diversity” - https://kateheddleston.com/blog/how-our-engineering-environments-are-killing-diversity-introduction

posted @ mercoledì 13 luglio 2016 11:59 | Feedback (0)

Lavoro da remoto - strumenti: Zoom.us

In un mondo dispersed come il nostro una conference call è veramente l’unico modo per vedere in faccia qualcuno, una delle cose fondamentali quindi del tool che scegliete è la qualità, solo la qualità, tutto il resto (quindi per certi versi anche il prezzo) è irrilevante. Zoom.us fa una cosa e la fa molto bene: conference call. Zoom è il nostro strumento leader per tutta la comunicazione sincrona, che come vedremo anche in una realtà completamente distribuita è decisamente essenziale anche se facciamo il possibile per utilizzare una forma di comunicazione asincrona, come ad esempio Slack.

posted @ martedì 7 giugno 2016 08:30 | Feedback (0)

Lavoro da remoto - strumenti: Waffle.io

Come in parte abbiamo già detto tutto il nostro sapere sta su GitHub, in una serie di repository pubblici e in una serie ben più ampia di repository privati. GitHub fa tante belle cose lo ammetto ma devo anche dire che la gestione degli “issue” fa letteralmente acqua da tutte le parti, sono lontani dal minimo sindacale necessario per poterli definire uno strumento in qualche modo utile per la gestione di un progetto. (fine dello sfogo) GitHub per tanti buoni motivi resta comunque il centro del nostro mondo e per una questione di sanità mentale di tutti noi...

posted @ venerdì 13 maggio 2016 10:32 | Feedback (0)

Slack è la nuova mail?

Ho parlato in maniera estesa di come usiamo Slack internamente, leggendo Scott Hanselman mi viene in mente che è un po’ che sento commenti del tipo “Slack è la nuova mail”. Tra tutte le risposte quella del mio collega Simon è quella che meglio riassume la situazione: Dunque… Non c’è scritto da nessuna parte che Slack non diventi una bolgia ingestibile allo stesso modo di quelle simpatiche situazioni in cui la gente fa “reply all” in automatico e magari aggiunge pure qualcuno in copia. Slack è lo strumento, se lo usate male...

posted @ mercoledì 13 aprile 2016 13:34 | Feedback (0)

Lavoro da remoto - strumenti: Google Inbox / GMail

Il primo degli strumenti di cui ho parlato è Slack che sostanzialmente si configura come il centro del nostro mondo in particolare come accentratore di, quasi, tutta la comunicazione interna. La comunicazione però, purtroppo, non è solo quella interna e questo fa si che sia quasi impossibile, almeno per figure come la mia, eliminare completamente l’uso della mail. Ho colleghi che, dato il tipo di lavoro che fanno principalmente, guardano la posta una volta alla settimana o meno. Inbox Zero Tutta la posta aziendale gira su Google Apps il che comporta che il client di posta sia...

posted @ giovedì 7 aprile 2016 11:00 | Feedback (0)

Maintainers Groups

Il commento di Felice introduce un nuovo argomento: Maintainers Groups   immagino che il “tipo” di manager a cui ti riferisci sia quello che conosciamo nell’accezione tradizionale, in cui il PM si siede dietro la scrivania, crea il Gantt, se ne frega di cosa accade nel delivery e promette la “luna”. Si esatto, il manager a cui mi riferisco è quello nell’accezione tradizionale, quella negativa per capirci :-) Secondo me il problema non è “il manager”, poiché esisterà sempre qualcuno che dovrà “gestire” gli aspetti non tecnici...

posted @ giovedì 31 marzo 2016 14:33 | Feedback (0)

Notifiche e time zone

Continuo la mia carrellata su come e perché lavoriamo in certo modo in Particular Software. Ho già accennato al problema notifiche sottolineando come il mio principale problema sia lo stress e l’incapacità altrui di rispettare certi limiti: Il problema però non si limita al sottoscritto che effettivamente è già di suo un discreto spaccam*roni e più invecchia più peggiora… Immaginate di lavorare per un’azienda in cui avete: colleghi sparsi su 17 time zone colleghi che vivono e lavorano in Israele dove ...

posted @ lunedì 28 marzo 2016 11:33 | Feedback (0)

On working in Particular

Il mio nuovo lavoro, ma soprattutto alcuni dettagli logistici, mi sta facendo scoprire e/o approfondire tutta una serie di tematiche che prima erano o marginali o poco rilevanti, nei prossimi mesi ne scriverò in maniera più o meno approfondita. A grandi linee quello che vorrei affrontare come tematiche sono: Che cosa vuol dire lavorare per un’azienda “dispersed”, non “distributed”; Perché abbiamo deciso di eliminare i manager e perché questo non vuol assolutamente dire che ci sia una organizzazione piatta; Perché abbiamo deciso di eliminare i ruoli e cosa comporta; Che tool usiamo e che...

posted @ mercoledì 23 marzo 2016 10:07 | Feedback (0)

Lavoro da remoto - strumenti: Slack

Continuo le mie dissertazioni, sempre alla rinfusa perché non ho nessuna voglia di impegnarmi in una serie di post, relative al lavoro da remoto per un’azienda dispersed. Abbiamo parlato di processo di assunzione, adesso permettetemi di saltare ad un argomento completamente diverso parlando di uno degli strumenti che usiamo quotidianamente per gran parte della comunicazione. Ammetto che prima di parlare di strumenti dovrei parlare di processo e spiegarvi che cosa sono Squad,  Guild, TaskForce, Maintainers Groups, etc. etc. ma questo post è in bozza da troppo tempo, inoltre Emanuele Bertolesi che desiderava sapere come usiamo alcuni strumenti,...

posted @ martedì 15 marzo 2016 13:40 | Feedback (0)

“No managers”

Mettiamo subito in chiaro una cosa non avere manager non significa ne avere un’organizzazione piatta ne tanto meno vivere nell’anarchia, significa principalmente rimuovere la classica organizzazione piramidale. Diciamo che ci sono due motivi che ci hanno spinto a rimuovere i manager e cercare un nuovo tipo di organizzazione: La nostra struttura aziendale non favorisce per nulla la presenza della figura in questione Un manager tipicamente è focalizzato sul risultato e non sul percorso che ha portato a quel risultato e questo è il male Mi focalizzo sul secondo punto perché...

posted @ mercoledì 9 marzo 2016 14:22 | Feedback (1)

“dispersed”, non “distributed”.

Nel parlare di Particular Software una cosa molto importante da capire è la distinzione tra distributed e dispersed, noi siamo un’azienda dispersed, e in tutta sincerità questo complica non di poco le cose, ha anche tanti vantaggi sia chiaro. Distributed Un’azienda distribuita è caratterizzata da una serie di team distribuiti ma co-locati, i team sono generalmente co-locati nello stesso spazio fisico e lavorano, anche in questo caso tipicamente, sulla stessa cosa. Dispersed In un’azienda “dispersed” (non ho idea di come tradurlo) invece ogni persona è da sola, nel suo home office, nella sua time-zone e collabora...

posted @ martedì 1 marzo 2016 12:07 | Feedback (0)

Tutte le notifiche disabilitate, tutte le notifiche disabilitate, tutte.

Quasi sempre la gente mi guarda male quando dico che ho tutte le notifiche disabilitate, ovunque, e che non ho neanche la suoneria del cellulare, faccio sempre un po' fatica a spiegare quali sono i motivi. Seth Godin ha una capacità di sintesi fenomenale: http://sethgodin.typepad.com/seths_blog/2015/12/paying-the-smart-phone-tax.html -- Buon Natale https://www.youtube.com/watch?v=yMvpJDbWX_c

posted @ martedì 22 dicembre 2015 11:24 | Feedback (0)

Colloqui di lavoro…si maledizione al plurale, non colloquio!

È metà agosto e per pura sfiga mi ritrovo davanti alla televisione mentre passa ‘Shopping Night’ una di quelle robe spazzatura di cui la televisione moderna va tanto fiera. La trasmissione è irrilevante se non per il dettaglio che l’argomento è l’outfit per il colloquio di lavoro e ogni volta che viene citato come funziona un colloquio di lavoro la tristezza dentro di me aumenta sempre di più. Diciamo che quello che emerge dalla trasmissione è che un colloquio di lavoro funziona sommariamente così: Il colloquio ha come scopo quello di valutare il candidato, punto;...

posted @ martedì 24 novembre 2015 09:58 | Feedback (2)