Sembra una cosa scontata, ma non lo è per nulla. Perché il lavoro da remoto possa anche solo essere preso in considerazione la presenza di connettività è un requisito fondamentale. Direi lapalissiano.
Quello che forse è meno scontato è la frustrazione e lo stress elevatissimo che una qualità scadente della connettività può generare, sia da parte del lavoratore che da parte del datore di lavoro.

Banda, velocità nominale e qualità

La velocità della connessione è un fattore che ha un peso limitato sulla qualità complessiva percepita, e di conseguenza su stress e frustrazione. Paradossalmente è meglio una buona, e mediocremente veloce, ADSL rispetto ad una nominalmente veloce connessione WiMax (o tecnologie simili). Questo perché, nella media della giornata lavorativa, conta di più la stabilità della linea rispetto alla velocità di picco.

Mi è capitato di riuscire a fare, con buoni risultati, conference call su una schifosissima ADSL con 3.0Mbit in download e 0.2Mbit in upload e allo stesso tempo di letteralmente impazzire con una presunta blasonata connessione Eolo da 30/10Mbit con banda minima garantita.

Velocità. Upload delle mie brame.

Certo una bella fibra FTTC, se non migliore, vi garantisco che cambia drasticamente la qualità della vita del lavoratore remoto. La banda in upload è poi, in alcuni momenti, un fattore essenziale oltre che una soddisfazione. Vedere l’upload di circa 200Mb metterci meno di 30 secondi è un piccola goduria.

Si, ma perché?

Se non fosse ovvio il motivo è uno ed uno solo: evitare l’isolamento. Non è detto che abbiate bisogno di connettività costante e costantemente di alta qualità, per lavorare da remoto. Ne avete però bisogno per stare in contatto, quando e come volete con i vostri colleghi. L’aspetto forse più importante del lavoro remoto è evitare l’isolamento sociale.