archery-660632_1280

Spesso il lavoratore remoto è anche promotore convinto del lavoro nomade fatto in spazi di co-working o Starbucks e affini. A prescindere dal dove è molto importante che l’ambiente che scegliete per lavorare sia idoneo a voi, non tanto al compito che dovete portare a termine, quanto proprio a voi come persona.

Io non sono animale da co-working, l’ho detto pubblicamente qualche tempo fa:

image

Ma in generale non sono animale da spazi popolati dove conosco le persone. Lo so questa è curiosa: riesco a lavorare seduto per terra in stazione Centrale a Milano ma non in uno spazio comune dove ci sono persone che conosco e magari mi stanno dando fastidio, mentre il fastidio dello sconosciuto riesco a filtrarlo senza problemi.

Quello che è importante realizzare è che lo spazio che scegliamo come nostro posto per lavorare è in funzione di noi e non di quello che stiamo facendo. Ci sono persone che riescono a concentrarsi in mezzo alla folla ma assolutamente non da sole in casa propria (troppe distrazioni note magari), altre che hanno bisogno dell’assoluto silenzio e altre ancora che senza un rave party nelle cuffie non concludono nulla.

Valutate bene che tipologia di persona siete prima di fare la scelta definitiva, non è semplice e all’inizio è difficile capire che magari è proprio la scelta del luogo di lavoro la fonte maggiore di frustrazione.