aprile 2016 Blog Posts
La workstation che uso quotidianamente come macchina per lavorare è carrozzata con una scheda video più che discreta, una AMD FireGL PRo con tanta memoria e un po’ di porte DisplayPort 1.2 per pilotare un po’ di monitor 4K. Tutto bello se non fosse che DisplayPort fa vedere a Windows i monitor come device plug&play e ogni volta che un monitor ad esempio va in stand-by, o viene spento, per Windows è come se staccassi il device e lo riattaccassi con l'effetto collaterale che tutte le finestre posizionate con maniacale cura vanno alle cozze... Con ovvia mia somma...
Idempotenza questa sconosciuta… Il “buon” Subtext è evidente che non sa cosa sia… post, duplicati, visibili da front-end ma non da back-end, dove ce ne sono altri duplicati: Lasciamo perdere poi la gestione della paginazione: Evito poi di addentrarmi nei meandri dello scheduler…è come sparare sulla Croce Rossa.
Ho parlato in maniera estesa di come usiamo Slack internamente, leggendo Scott Hanselman mi viene in mente che è un po’ che sento commenti del tipo “Slack è la nuova mail”. Tra tutte le risposte quella del mio collega Simon è quella che meglio riassume la situazione: Dunque… Non c’è scritto da nessuna parte che Slack non diventi una bolgia ingestibile allo stesso modo di quelle simpatiche situazioni in cui la gente fa “reply all” in automatico e magari aggiunge pure qualcuno in copia. Slack è lo strumento, se lo usate male...
Il primo degli strumenti di cui ho parlato è Slack che sostanzialmente si configura come il centro del nostro mondo in particolare come accentratore di, quasi, tutta la comunicazione interna. La comunicazione però, purtroppo, non è solo quella interna e questo fa si che sia quasi impossibile, almeno per figure come la mia, eliminare completamente l’uso della mail. Ho colleghi che, dato il tipo di lavoro che fanno principalmente, guardano la posta una volta alla settimana o meno. Inbox Zero Tutta la posta aziendale gira su Google Apps il che comporta che il client di posta sia...
Prendo spunto da questo ottimo, come al solito, post di Paperino. Non mi è, ancora, capitato ma non posso certo partire dal presupposto che non mi capiterà e non posso di certo sperare che non capiti ad altri utenti che hanno accesso alla rete domestica, leggasi la moglie. È talmente facile incapparci che difendersi con la speranza pura o con la speranza che l’antivirus/antimalware faccia il suo lavoro è pressoché inutile. Ora…diciamo che la macchina locale: è indifendibile, i documenti a cui devo accedere mi servono, punto; un presunto backup su...