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È uno dei motivi per cui ho deciso di provare ad introdurre la “retrospettiva” a fine giornata. La realtà lavorativa che vivo è molto particolare, non la cambierei, ma nonostante abbia una serie lunghissima di pregi ha anche i suoi difetti. Uno su tutti è la difficoltà di concentrarsi pochi, magari uno solo, macro-task. Capita spessissimo di arrivare a fine giornata e avere la sensazione di aver concluso molto poco: moltissimi micro-task, in apparenza, e poco più.

Non è molto diverso dalla situazione proposta da Mariano:

Premessa: Anche io adoro l'impatto psicologico della spunta su carta e vedere tante spunte a fine giornata dà una certa soddisfazione.
Il "fare" però (per svariati motivi), potrebbe essere un'attività di cui conosci poco o nulla.. In quei casi ti tocca lavorare in maniera più esplorativa e meno razionale, la suddivisione dell'attività in task non è (ancora) fattibile.
A fine giornata avrai sicuramente un quadro più chiaro della questione ma la sensazione di avere un po' perso tempo resta...
Ti ci trovi mai in questa situazione? come la affronti?

Immaginative un problema che non sapete risolvere, spendete la giornata facendo mille prove, studiando e analizzando il problema, a fine giornata continua ad essere irrisolto. Frustrante perché la sensazione è di aver concluso poco o nulla del resto il problema è ancora li. Ma se ci pensate siete avanzati di mille micro-passi, domani avrete mille micro-prove in meno da fare, etc..

Diciamo che la mia giornata è quasi sempre così. Anche quando sono coinvolto in qualcosa di medio grosso il fatto di lavorare con colleghi che stanno in una time zone diversa fa si che spessissimo arrivo ad un certo punto, micro-task, e poi devo aspettare qualcuno che sta 8 ore dietro di me, o peggio 6 ore avanti, il che comporta spesso una giornata intera.

La mia giornata è quindi spesso organizzata in funzione di questa cosa, ma ovviamente rischia di generare frustrazione. Nel mio caso l’agenda e la retrospettiva aiutano ad accettare uno stato delle cose che mi va molto bene e che non vorrei cambiare. Ne parleremo.

Quindi tornando alle domande:

Ti ci trovi mai in questa situazione? come la affronti?

Spessissimo, e non la affronto la accetto. Quello che tendo a fare è avere un progetto importante a cui sto lavorando, e una quantità notevole di micro-task che uso da tappabuchi nelle inevitabili pause del progetto. Ovviamente bilanciare è un’arte funambolica e spesso mi ritrovo ad aver detto di si a troppe cose, ma questa è un’altra storia.