Ascoltare, decidere e agire

Nel Corriere di ieri c'è un articolo interessante di Alberoni.

Parla di chi non ascolta, non delega, è autoritario o dispotico, non si consulta con i colleghi e con gli esperti, oppure ha una personalità troppo incombente. Ed in cambio ottiene il timore, un atteggiamento servile, il silenzio. Il feedback si spegne e questo porta all'errore.

Parla di chi non decide, non vuole correre il rischio di sbagliare, non vuole assumersi responsabilità, ne prendere iniziativa. Ed in cambio ottiene l'immobilità, nessun passo verso la meta,  nessun miglioramento da sedimentare.

Parla di chi ascolta troppo, prolunga troppo la mobilitazione, accoglie troppi progetti nuovi, inserisce sempre nuovi protagonisti. Ed ottiene nuovamente l'immobilità condita di incertezze e conflitti. Nessuna esperienza da cui imparare, nessuna rotta da sterzare, nessun tentativo da prendere come riferimento, pochi conseguimenti.

Parla di chi vuol decidere accontentando tutti, non sa dire di no, non vuole scontentare nessuno. Ed in cambio ottiene programmi contradittori e un team diviso.

Qui Alberoni parla di Capi !#@%?,  preferisco l'idea di un coaching basato sulla formazione, sulla pratica e sulla fiducia che sa dare grande autonomia, libertà di fare, lascia emergere molte idee e proposte e promuove l'azione, sa riconoscere e rimuovere gli ostacoli che minano la fiducia e impediscono la crescita, conosce il team e i suoi confini e solo quando si muove in terreni pericolosi e sconosciuti interviene per guidarlo dando indicazioni e controllando la situazione ( Leadership for the Agile Organization ).

 

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Print | posted @ mercoledì 31 gennaio 2007 02:22

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