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Vivo una realtà in cui la trasparenza e l’accesso alle informazioni sono uno dei valori fondanti.

Una delle cose di cui ci stiamo rendendo conto è che la troppa informazione o l’informazione nuda e cruda possono generare insicurezza nelle persone e/o instabilità nelle organizzazioni.

Internamente qualsiasi informazione è a disposizione di chiunque. Per come siamo strutturati è spesso essenziale per l’esecuzione del lavoro quotidiano. Questo significa che se durante il mio lavoro ho bisogno di prendere decisioni che hanno un impatto finanziario ho la possibilità di accedere alle informazioni finanziarie aziendali.

Ho usato non a caso l’esempio finanziario. La semplice possibilità di accedere alle informazioni, nude e crude, genera però un interessante problema. Chiunque può leggere i bilanci, osservare conti economici e flussi di cassa, e siccome non capisce nulla di gestione aziendale ed economia, o banalmente mancano i fondamenti di ragioneria, non è in grado di comprendere la situazione ma rischia di farsi tradire dal dato singolo estratto dal contesto.

I flussi di cassi degli ultimi due mesi sono pessimi, non ho la più pallida idea di tutto il resto cosa sia o come sia, e mi convinco che questo ha un possibile impatto sulla capacità dell’azienda di pagare gli stipendi.

Concludendo

È un esempio forte, che ha lo scopo di evidenziare come se da un lato la trasparenza è un valore, la trasparenza fine a se stessa potrebbe avere conseguenze inattese.

È quindi importante che l’accesso alle informazioni sia in qualche modo mediato da qualcuno/qualcosa che consenta di comprendere la mare di dati a cui siamo esposti.