“anche oggi ho fatto” solleva un’interessante problema, evidenziato anche da Roberto nei commenti:

Però sono anche interessato ai risultato lungo termine per cercare di capire se per me potrebbe andare bene, in quest'ultimo post che hai scritto, stanno uscendo fuori un pò di considerazioni che trovo molto interessanti... "il senso di colpa", sarebbe un argomento bello da approffondire, professionalemnte ti conosco e credo che tu sia una persona molto brava, precisa e preparata , ma se anche tu "vivi" a volte questa sensazione (che non è facile da placcare), potrebbe significare che questo modo di lavorare potrebbe incentivare questi aspetti ?.

Quando vivete senza manager il senso di colpa (e non solo) sono spettri sempre in agguato, pronti a rovinarvi la giornata. Un manager, anche nella sua accezione negativa agisce per certi versi da chioccia creando una sorta di alone protettivo. Può essere quello che in maniera autoritaria, e quindi negativa, prende decisioni per voi e impone il da farsi, ma anche in questo caso elimina il problema del senso di colpa o del sentirsi spaesati, un po’ pesci fuor d’acqua.

In una realtà collettiva senza manager non volete assolutamente che l’anarchia e il senso di non-appartenenza prendano il sopravvento. Quali strumenti quindi per eliminare o se non altro controllare il “senso di colpa” prima che si imbocchi una strada senza ritorno?

  • Il primo e forse più importante è il tuo mentor ti permette di “mettere in fila le cose”, di ragionare a mente fredda su quello che fai, succede, subisci: è la tua chioccia personale che però (cosa molto importante) non è il tuo capo;
  • Il secondo è essere mentor di più di una persona: ti permette di avere il polso della situazione, di capire al volo che qualcosa a qualcuno sta sfuggendo di mano e intervenire di conseguenza (cercheremo di capire cosa vuol dire intervenire);
  • Il terzo è sapere che vivi e lavori in un ambiente fatto di maturità e responsabilità, in cui tutti sono pronti ad intervenire per il bene comune perché sono guidati da una mission e da un insieme di valori
  • Ambiente in cui sai che può sbagliare perché non lavori mai da solo
  • Infine c’è il processo di feedback, di cui parleremo tra un po’

Tutte queste belle cose, filosofeggianti forse ma molto concrete se applicate, e tanti piccoli accorgimenti come la mia agendina e tanta disciplina, fanno si che il “senso di colpa” non sia più un problema.

Mi permetto di darvi un piccolo schiaffo

Se leggendo avete detto: si tutto bello…ma…noi…no…perché…certo…ma voi…

BALLE e SCUSE non vi portano da nessuna parte

I cambiamenti sono difficili, quelli radicali lo sono ancora di più, ma stare seduti nel proprio inferno personale a piagnucolare non fi farà di certo cambiare. Bisogna voler cambiare, questo è il primo e fondamentale passo.