Flux è un interessante esempio di come le basi architetturali e la conoscenza dei pattern siano un bene inestimabile quando si cambia lo stack tecnologico.
Per piacere personale sto studiando React e tutto il mondo che gli sta intorno, tra cui ad esempio Flux, Redux, e amici vari. Mentre leggevo qua e la, pressoché ovunque, c’erano enormi cartelli che recitavano più o meno:
Flux e Redux sono molto, ma molto, ma proprio molto complessi…evitateli fintanto che non ne avete veramente bisogno.
Per scrivere applicazioni con React non avete bisogno di Flux e Redux e…bla bla bla.
Da bimbetto super curioso quale sono ho ovviamente seguito il consiglio e ho mollato istantaneamente React per capire cosa fossero Flux e Redux :-)
Quindi?
Dopo pochi minuti di lettura un enorme punto di domanda si è formato sopra la mia testa. Era evidente che stessi leggendo un’introduzione ad una sorta di CQRS+ES, e quando ho visto questa immagine:
Ho esclamato: tutto li?
…e sono tornato a React. Mi è parso ancora più evidente che il mio disinteresse per la tecnologia sia cosa buona e giusta. Insomma, quello che voglio dire è che studiare la tecnologia in se ha poco senso, a mio modesto parere, mentre avere solide conoscenze di base rende tutto molto ma molto più semplice. Osservi un pezzo di tecnologia e le tue nozioni di base ti fanno dire: OK, funziona più o meno così, posso passare oltre. Il resto sono veramente dettagli implementativi.
Sto invecchiando, comincio a ripetere le stesse cose parlando di disinteresse per la tecnologia: