Non avere orari lavorativi è fantastico ma porta con se un sacco di piccoli problemi e soprattutto tante responsabilità.

Partiamo dall'inizio: cosa significa non avere orari?

Significa letteralmente che puoi fare quello che vuoi, quando vuoi, senza avvisare nessuno. Se hai un impegno pianificato con i colleghi ovviamente non è che puoi non presentarti senza preavviso, ovviamente il rispetto prima di tutto. Ma se non hai qualcosa di pianificato con qualcuno sei liberissimo di fare quello che vuoi.

Vediamo come si è svolta la giornata di ieri:

  • 6.30 sveglia, caffè, cazzeggio leggendo notizie qua e la
  • 7:00:
    • giro su Slack per capire cosa è successo nel pomeriggio americano e nella mattina australiana
    • Controllo della posta per le notifiche di GitHub
  • 7:30 circa serie di meeting con alcuni colleghi, la maggioranza australiani
  • 10:00 porto avanti i lavori che sto seguendo
  • 11:00 piscina :-)
  • 12:30 porto avanti i lavori che sto seguendo
  • 16:30 me ne vado a Milano per incontrare un po' di amici, chiacchiere di tecnologia e cena

Quella di ieri è una giornata, non quella tipo, ogni giornata funziona a modo suo.

Quale è il problema?

Il problema vero è che per arrivare li, dove li è godere della flessibilità al massimo e comunque essere produttivo e non stressato, ci sono voluti circa due anni, due anni di "sofferenza" per cercare di capire come far funzionare le cose.

Un passo indietro

Facevo il consulente, 40.000 km/anno in macchina, tanti treni e un discreto numero di aerei. La giornata tipo era concentrata su quello che c'era da fare con il cliente di turno, la notte tipo era dedicata a preparare le cose per il cliente della settimana dopo. Ritmi serratissimi, tanto stress e poco tempo per pensare allo stress e ai ritmi.

Poi un giorno basta, lavori da casa e puoi fare quello che vuoi, il risultato è che ti ritrovi a lavorare 16 ore al giorno e non te ne accorgi neanche, inoltre pensi che devi "educare" quelli intorno a te che sei si a casa ma non significa che sei libero.

In realtà se hai libertà di orari, come ho io, è tutto sbagliato.

Quello che devi capire è che tu vieni prima, che sei estremamente fortunato se puoi mettere te stesso davanti a tutto ciò che è lavoro.

Ci vuole tempo e disciplina ma alla fine riesci ad organizzare la tua vita lavorativa intorno a quella privata e il gioco è fatto. Vai in piscina, dici alla moglie che la puoi accompagnare dove vuole a metà pomeriggio, e scegli quelli che ritieni siano i momenti, e i luoghi, più produttivi per dare il massimo e lavorare.

È tutto tranne che facile e non è detto che funzioni, non tutte le mie giornate sono perfette o molto “libere”, ci sono giornate con ritmi serrati e un po’ (poco a dire il vero) di stress, ma nel complesso funziona tutto molto bene.

Ho colleghi che alla fine si sono affittati un ufficio, fanno orari più da ufficio e usano la “scusa” dell’ufficio (che banalmente significa uscire di casa) per aiutare la propria auto-disciplina, non c’è la formale perfetta, c’è quella che funziona per ognuno di noi.