So che questo appello potrebbe cadere nel vuoto ma sia da partecipante che da speaker mi sento in dovere di farlo.
Mettiamola così: andate al cinema a vedere “Trainspotting”, comprate il vostro biglietto e tutti eccitati vi sedete nella sala giusta in pole position. Inizia il film e vi fanno vedere “50 sfumature di grigio”.

Per chiunque sarebbe inconcepibile.

Il pubblico

È la stessa esperienza che un partecipante ad una conferenza, o evento in generale, fa quando i titoli o gli abstract, se ci sono, non coincidono con quello che poi succede durante la sessione.

Si, perché non solo capita che i titoli, o gli abstract, non abbiano nulla a che spartire con l’argomento poi trattato, ma succede anche che gli abstract siano un laconico e deprimente “TBD…”.

A casa mia è una pura e semplice questione di rispetto.

Lo speaker

Preparare una sessione, un titolo, e un abstract, è uno sforzo non indifferente, specialmente se lo dovete fare in una lingua diversa da quella nativa. Non farlo, oltre a essere irrispettoso nei confronti della nostra ragione di esistere, il pubblico, ci priva anche di un’interessante opportunità.

Ci sono due importanti componenti, oltre alla storia, in un talk:

  • Thesis
  • Call to Action

Riuscire a costruire un abstract, che allo stesso modo di un pitch, racchiuda in poche righe entrambe le cose è difficile. Quando ci riuscite diventa un perfetto faro che vi guida nella creazione dei contenuti del talk stesso. Vi permette di capire cosa è in tema e cosa no. Vi aiuta a garantire che da spettatore non vi sentiate davanti al film sbagliato.

È giusto che sia molto faticoso.