Rispetto alle passate edizioni PDC 2008 è certamente stata una conferenza più realistica in quanto basata su tecnologie attuali o già in CTP. La sua caratteristica impostata sulla "visione futura" è comunque mantenuta perché tutto ciò che è stato presentato implica una serie di strategie per il futuro di Microsoft e di chi vorrà seguirla.
La nota più dolente per chi ha partecipato è senza dubbio il grave sgambetto che Microsoft ha fatto agli attendees, rilasciando pubblicamente tutte le registrazioni delle sessioni. Inutile dire che per tutti coloro con cui ho potuto parlare, sarebbe stato necessario dire a chiare lettere questa intenzione prima dell'inizio della registrazione all'evento.
Personalmente ho cercato di far fruttare la mia partecipazione di persona (in ordine cronologico):
- Numerosi incontri di persona con tanti amici e altre persone dei vari team (April, Ali, Nikola, Rob, Luca, ...)
- Incontro chiarificatore sul significato di Oslo con tanto di esempio creato al volo
- Interessante chiaccherata con David Chappel su Oslo
- Cena con il team del CLR a cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti per la disponibilità (grazie in particolare a Andrew Dai e Shawn Farkas)
Le keynote
- Deludenti quelle "istituzionali" che hanno parlato per la stampa e non per i 6500 sviluppatori in sala. La presenza della stampa ha completamente offuscato il bello della PDC. Sarebbe stato meglio far vedere gli effetti grafici di Windows 7 ai giornalisti (evidentemente non tecnici) e parlare invece agli sviluppatori di quello che c'è dentro di Windows 7 (come peraltro si è intravisto in alcune sessioni).
Di fatto è stato ripetuto il grave errore già fatto con Vista. Puntano troppo sulla UI e troppo poco sulle tante cose belle che ci sono sotto. Occasione sprecata davanti a 6500 "affamati" del settore. - Molto interessante la proposta "Windows Azure" che però deve certamente essere sostenuta da una proposta commerciale a lungo termine. Se oggi una azienda investe in Azure deve necessariamente cambiare architettura ed al momento Microsoft è l'unico player con quella tecnologia. Che succede quindi se in 10 anni i costi di hosting decuplicano? Considerato che i piccoli ISV sono a mio avviso i primi ad avere maggiore interesse a spostarsi in questa direzione, questo aspetto è certamente cruciale.
- Deludente la mancanza totale della parola Oslo nelle keynote che è probabilmente la tecnologia per i developer più interessante della conferenza e per gli anni futuri
- La keynote migliore in assoluta è stata di Scott Guthrie che non ha tradito la sua ottima fama: chiaro, efficace e illuminante. Qui si sono viste le cose che i developer si aspettavano e le novità fantastiche che arriveranno in Visual Studio 2010.
- Molto bella la keynote di Microsoft Research che ha fatto vedere i progetti su cui sta facendo ricerca (si parla di 330 milioni di dollari nei prossimi 5 anni)
Le sessioni
- Mancanza di comunicazione per i concetti di Oslo. Dopo una giornata di conferenza e due sessioni introduttive, non c'era una persona con cui ho parlato che avesse le idee chiare su cosa fosse!
Come ho già scritto nel blog solo una lunga conversazione a quattrocchi con una persona del team ha chiarito tutti i miei dubbi. - Diverse sessioni sono durate solo mezzora lasciando il resto del tempo ad una Q&A. Personalmente ritengo che questa suddivisione dei tempi sia sproporzionata.
- Tempo ben speso nelle tante sessioni sulle tecnologie che stanno arrivando o che stanno per andare in RTM: C#, CLR, F#, M, WPF, WCF, WF, WS, C++, ...
La tecnologia
- In viaggio ho finito di leggere il libro su Oslo che ci è stato dato in conferenza e mi piace, mi piace, mi piace. Sono sempre più convinto che il suo successo sia legato ai tool ma credo che questo Microsoft lo sappia bene.
- Tantissime novità tanto che sono rimasto sorpreso di quanto poco siano state esaltate nelle varie keynote. Sembra quasi che tutti i team siano così immersi nel loro lavoro di "dimenticare" di urlarlo ai quattro venti.
- Molto interessante anche le nuove API di Windows 7. Tra queste quelle di un sensore con accelerometro che ci è stato regalato in conferenza. Se riesco a farlo funzionare in VM lo porterò con me alla prima occasione di incontro con le community.
Conclusione
Più che developer sembrava una architect conference. Azure e Oslo, due strategie/tecnologie che sono certamente orientate al modo in cui disegnare una applicazione, l'hanno fatta da padrona. Questo è sintomatico di una tecnologia, il Framework.NET, che ha trovato un suo equilibrio tecnologico, ma che vuole dare risposte a problemi di ordine architetturale:
- La virata verso la programmazione funzionale è certamente sintomatico di una doppia necessità: abbattere gli errori tipici da programmazione OOP/imperativa; necessità di trovare una espressività che consenta la parallelizzazione con il minimo della collaborazione da parte del developer.
- Definire un modo più efficiente di accedere ai dati puntando tutto sull'armonizzazione dei type system (del db e del Framework) e nel fornire i metadati tanto utili per autodescrivere i dati.
- Fornire agli sviluppatori delle strategie di sviluppo che minimizzino gli errori architetturali (la combinazione Entity Framework + Oslo e le best practice per WPF distribuite a tutti nei booth Microsoft a mio avviso vanno in questa direzione)