La cattiva abitudine di rendere vulnerabili i siti di online banking non è solo italiana. Questa sera, per pura coincidenza, ho ricevuto come MVP la segnalazione di questi due articoli che completano il terribile stato di ignoranza e lasciano sgomenti per le pessime abitudini degli istituti bancari:
http://isc.sans.org/diary.php?storyid=1277&rss
http://blogs.zdnet.com/Ou/?p=201
La cosa più incredibile è che porre rimedio è un'operazione semplice e rapida, un'oretta di lavoro che viene snobbata a scapito della sicurezza degli utenti che sono gli unici a pagarne le conseguenze.