Interessante discussione, si è svolta pochi minuti fa,
attorno alle scrivanie dello sviluppo. La domanda che ne è emersa è proprio la
seguente:
Che differenza c'è tra l'open source e la pratica del dumping?
Per chi non lo sapesse, il dumping è quella pratica, tipicamente messa in
atto dai grossi centri commerciali, che mettono in vendita merci ad un prezzo
inferiore a quello cui esse stesse lo acquistano. L'obbiettivo finale del
dumping è quello di ammazzare la concorrenza per ottenere una posizione
dominante nel mercato.
Un po' la stessa cosa che sta succedendo con l'open source. Dato che esiste
un prodotto "gratuito", molte aziende preferiscono scegliere questo invece che
la controparte "remunerata", causando così un fenomeno simile a quello del
dumping, ove imprese fiorenti si trovano in difficoltà perchè non riescono a
battere la concorrenza nemmeno con prodotti obbiettivamente di migliore
qualità.
Forse sarebbe il caso che qualcuno ci pensasse. Se un giorno ci trovereme
tutti a scrivere codice "aggratis" oppure a fare barcamenarci facendo assistenza
al cliente, sarà meglio che non si lamenti di aver lavorato a sbafo sulle spalle
di ottimi programmatori open-source che non hanno mai visto il becco di un
quattrino per le spremute di menigi cui si sono sottoposti.
Ed è anche questo uno dei motivi per cui vorrei dare ai miei lavori
opensource una licenza che consenta l'uso e l'approfondimento del prodotto al
privato cittadino che non può permettersi l'acquisto di un equivalente
commerciale, ma che obblighi una iniziativa commerciale a sottostare a delle
precise regole di mercato che passano immancabilmente dal riconoscimento del
lavoro svolto al progettista e sviluppatore di un software.
A mio parere occorre tenere ben presente questi concetti quando si parla di
opensource, perchè spesso dietro la bandiera della libertà, si nascondono le
mire monopolistiche di grossi nomi dell'informatica che hanno buon gioco
sfruttando ilpregiudizio che fomentano nella gente.
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