A 24 ore di distanza dalla morte del Pontefice, giudicando
da quello che scorre sugli schermi della televisione pare proprio che siamo
caduti in una teocrazia delle più bieche. Potrei anche comprendere la fame di
Audience delle televisioni italiane, ma considerato che assieme a qualsiasi
altra attività dello scibile umano è stata sospesa anche l'onnipresente
pubblicità, mi domando quale sia lo spirito che muove gli organizzatori del
palinsensto in queste ore. Vaticanisti, studiosi, meno studiati, ma soprattutto
preti e prelati sono il minimo comune multiplo delle trasmissioni che percorrono
le onde elettromagnetiche nella banda VHF/UHF.
Ma quello che più mi inquieta sono le proiezioni che vengono
effettuate tra un approfondimento e l'altro. I più orribili filmastri del genere
religioso fanno da tappabuchi come a voler ammonire che ad essersi asciugati le
lacrime troppo in fretta stavolta si è davvero scivolati nel peccato. Tra i
grandi riesumati nientemeno che Peppone e Don Camillo, ma anche, naturalmente
tutte le possibili Marie, Gesù e Apostoli vari. E infine, chicca della
serata, nel momento in cui credendo finalmente di riuscire a vedere qualcosa di
diverso dall'omologazione totale della giornata, anche il figliolo di Piero
Angela è stato relegato alla monotematicità con una, fortunatamente
interessante, trasmissione sull'origine della basilica di S.Pietro, sulla storia
dei Papi e del Vaticano.
L'ho sottointeso nel mio post precedente, il rispetto per un
uomo, che considero importante almeno nella stessa misura in cui considero
sbagliate le sue idee, mi consiglia di regalargli il silenzio, come omaggio
supremo nell'ora della sua morte.
Ma chissà cosa ne penserebbe egli sentendo tutti questi
schiamazzi.