Stamane i preliminari del pranzo pasquale hanno rivelato una
sconcertante verità. Alla fine del convivio è giunto il momento per mia
figlia di tre anni di rompere l'atteso ovone di cioccolata. Potrete immaginare
il mio stupore quando dal dolce guscio è spuntata nientemeno che una Beretta
giocattolo con tanto di proiettili con ventosa e una bomba ad ananas del tipo
che si vede spesso nei film.
Già l'atto di regalare un'arma giocattolo ad un bambino, mi
sembra davvero una pessima abitudine, ma infilare tale diseducativo strumento in
quello che a tutti gli effetti è il regalo principe di una festa che
dovrebbe essere il simbolo della pace in terra, mi lascia davvero senza parole.
Da genitore, la mia scelta è quella di educare mia figlia alla non-violenza (non
al pacifismo però), e questa educazione comporta l'evitare quei giochi
che istighino alla violenza, ma davvero combattere contro una società che così
alla leggera propina certi messaggi ai bambini è una battaglia senza speranza.
Da parte mia ho colto l'occasione per spiegare a mia figlia che
quello strumento che lei con innocenza, ma con incredibile precisione, ha
puntato contro la nonna, la mamma e le zie dicendo "pum", è un modo di fare del
male alle persone, nella speranza che le mie parole gli rimangano in testa la
prossima volta che all'asilo qualche amichetto gli farà lo stesso gesto.
Però l'episodio richiede una riflessione. Sono certo, che il
titolare dell'azienda produttrice delle uova, avrà esposto alla sua finestra il
vessillo dei pacifisti, per protestare contro l'intervento americano in Iraq,
tuttavia non lo ha nemmeno sfiorato l'idea che la pace nel mondo deve
necessariamente iniziare dall'educazione di quelli che saranno i cittadini di
domani. O forse il suo è stato un mero calcolo commerciale?
Auguri a tutti.