Mi accingo, in questo post, a chiarire un equivoco che in questi giorni la solita stampa sta propalando. Sul caso di Terry Schiavo si stanno spendendo molte parole, ma finora ho sentito la stragrande maggioranza degli interlocutori parlare con estrema inesattezza di Eutanasia.

Accantonando per un secondo le mie opinioni nel merito del caso, va precisato innanzitutto che non è di Eutanasia che stiamo parlando. Tecnicamente, la sospensione dell'accanimento terapeutico non è Eutanasia. L'Eutanasia è un pratica attiva, ovvero la "procurata morte", per mezzo di intervento attivo da parte di una persona, che pone fine alle sofferenze dell'ammalato che lo richiede. E' necessario chiarire questo equivoco, perchè questo è l'unico metodo che conosco per poter trovare una risposta alle domande che tutti si stanno ponendo in questi giorni: E' giusto lasciare morire Terry? E giusta l'Eutanasia?

Per dare la mia opinione sulla questione, ora, dopo aver separato gli argomenti mi permetterò di rimetterli assieme. Terry, nel momento stesso in cui sono stati staccati i macchinari che la alimentavano è stata catapultata in una lunga agonia. Ammesso e non concesso che gli sia rimasto un briciolo di coscienza, è evidente che la strada che la condurrà alla morte sarà lunga e colma di sofferenza. Il corpo di Terry in definitiva sta morendo di fame e di sete e credo che chiunque converrà che questo non è un bel modo di morire.

La cosa più giusta da fare in questo caso, sarebbe proprio quella di applicare la vera Eutanasia. Ridurre ad un minuto gli interminabili giorni di sofferenza che aspettano Terry non è un atto disumano, ma è semplicemente il dare una morte onorevole ad un corpo che non può più vivere. Serva questo a chiarire non solo la distinzione tra quello che sta succedendo al corpo di Terry in questi giorni, e l'Eutanasia vera, ma anche per comprendere meglio i motivi che dovrebbero rendere l'Eutanasia una pratica legale.

Personalmente non ho alcun dubbio sul lasciare che Terry abbia la possibilità di morire. Ma su questo non voglio discutere, non in questo post almeno. Si tratta, in questo caso di una questione di pura coscienza. E' mia opinione che la "vita" sia qualcosa che va oltre il semplice respirare e nutrirsi, perciò lo stato vegetativo di Terry non lo considero una vita che valga la pena di essere vissuta se non per artificialmente alleviare la sofferenza dei genitori spalmandola su 15 anni. Ma se Terry, avrà la forza di raccogliere i suoi pensieri e di dire due semplici parole, "ho fame", tutto cambierà, e nessuno impedirà che ad ella sia dato nutrimento.

Ma questa è solo una mia opinione naturalmente.

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