Da giorni imperversa l'ipocrisia sul tema dell'ingresso della Turchia nella comunità Europea. Personalmente penso che è necessario che al più presto e senza indugio, questo stato debba entrare a far parte dell'Europa a pieno titolo. La Turchia da tempo ha scelto la strada del laicismo nelle istituzioni riuscendo a mantenere un delicato equilibrio tra la spinta al fondamentalismo e la democrazia. Con questo non voglio dire che la Turchia sia un modello di stato moderno, ma che è necessario condurla nella giusta direzione, prima che le forti spinte fondamentaliste la facciano precipitare nel baratro della Sharia. E l'ingresso nella comunità Europea ha questo preciso significato.

Coloro che identificano un contrasto tra la cultura dominante cattolica e quella musulmana commettono un errore. Pur essendo vero che la religione cattolica è quella numericamente preponderante in Europa, questo non può essere un motivo per contrapporla al quella musulmana in un contrasto di carattere puramente confessionale che nulla ha a che vedere con la natura laica delle istituzioni europee.

Anche io come molti temo l'atteggiamento che hanno le popolazioni musulmane verso le leggi e le regole democratiche che sono proprie di tutti gli stati europei. Tuttavia ritengo che sia necessario combattere questo atteggiamento con le armi del laicismo, fondando questa lotta nel rispetto del diritto e nella "dura" applicazione delle norme di civile convivenza sulle quali si basa uno stato moderno. Contrapporre il cattolicesimo alla religione musulmana è foriero invece di violazioni di diritti fondamentali dell'uomo e di una battaglia ideologica che può portare solamente all'annullamento delle istituzioni come le conosciamo, non fosse altro che per la preponderanza numerica delle popolazioni musulmane.

Occorre quindi fare leva sui diritti civili, per erodere la cultura fondamentalista, così come è successo storicamente per il cattolicesimo. Chi oggi condanna il velo delle donne musulmane dovrebbe ricordare come vestivano le donne cattoliche nel non lontano '800. I tabù, pur se relativi a diverse parti del corpo erano i medesimi, ma grazie ad una lenta crescita della coscienza e della cultura laica, oggi la donna può praticare quasi indisturbata anche il nudismo, pur continuando a dichiararsi cattolica.

E' un difficile cammino, ma non può che iniziare accogliendo queste popolazioni dalle quali molto abbiamo da imparare oltre che insegnare. L'importante è tenere ben salda la barra del timone del laicismo e presto anche questo atteggiamento si trasformerà in una cultura democratica.

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