Leggendo il post di Matteo ho ricordato da chi ho imparato la enorme verità che è racchiusa nella frase di Saint-Exupery
Includo un breve stralcio di un'intervista a Bruno Munari (1902-1998) designer italiano di grande spessore, che Picasso amava definire il "nuovo Leonardo".
Domanda: Lei ha teorizzato il concetto di togliere invece di aggiungere, di semplificare, di arrivare all'essenziale. E' un principio che sembra generalmente valido, applicabile ai più diversi problemi: da quelli concernenti l'estetica degli oggetti sino a quelli tipici della burocrazia. Questo invito teorico, allo stesso tempo molto pratico, può rappresentare un punto di partenza nel fare arte?
Munari: Togliere invece che aggiungere vuol dire arrivare all'essenziale. L'essenziale e' il nucleo sul quale operare. A questo punto basta (secondo quello che si vuole fare) o lasciare l'essenziale così com'è (vedi Teorema di Pitagora, senza tempo) o scherzarci sopra o trasformare facendo infinite varianti. Aggiungendo valori soggettivi all'essenziale si fa dell'arte, l'arte è fatta di valori soggettivi, la ricerca cerca valori oggettivi, sposando i due termini in armonia può sorgere l'arte, forse, l'incontro della regola col caso, o l'estro.
Leggere questa intervista e molti dei libri che ha scritto Munari, è illuminante su quanta sia la vicinanza tra arte, design e programmazione. Consiglio Da cosa nasce cosa Bruno Munari - Editori Laterza & Figli spa, Roma-Bari 1998, nel quale l'autore espone un metodo progettuale che ha molti punti in comune con quello che si dovrebbe usare in informatica.
Infine un ricordo: ho avuto occasione di conoscere personalmente Bruno Munari, quando ancora ero un bimbo. Conservo di lui una sensazione "indescrivibile" e un bigliettino, sul retro del conto del ristorante, sul quale egli ha voluto scrivere il mio nome, più o meno così.
Permettetemi: Grazie Bruno, mi hai insegnato che quello che conta non è il mezzo, ma come lo usi.
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