Leggendo il simpatico post che di Igor ha scritto quest'oggi, mi è venuto in mente un aneddoto che riguarda la mia storia lavorativa. Non è un periodo della mia vita di cui parli volentieri, perchè è stato carico di stress e molto tumultuoso, ma calza molto con quello che ha riportato e a ben vedere oggi posso dirmi soddisfatto di come ho gestito le cose e risolto tutto per il meglio. Dovete sapere che circa due anni fa, più o meno nel periodo natalizio, la società per cui lavoravo è entrata in forte crisi e ha deciso improvvisamente di chiudere, regalando a noi tutti un futuro incerto. In realtà era tempo che sentivo i segnali della tempesta che stava arrivando e mi stavo preparando, per cui riuscii in breve a inviare più di 200 curriculum (credo che ad oggi tutto il veneto abbia un mio curriculum), a fare un bel numero di colloqui, e a poter scegliere dove andare a lavorare tra almeno tre ottime proposte, prima che i titolari dell'azienda presso cui lavoravo se ne rendessero conto. Fu quella l'occasione per me di un cambio radicale della mia concezione del lavoro, ma mi rendo conto che sto divagando, perciò magari questo lo racconto un'altra volta. Il punto è che, tra le decine di colloqui che sostenni in quei quindici giorni di fuoco, ce ne fu uno che rispecchia molto quanto riportato nel post di Igor. L'azienda cui mi proponevo era, ed è tuttora, una delle più importanti dei dintorni. Non vi dirò per ovvi motivi di quale azienda si tratta, ma va detto che personalmente la ritenevo una bella tappa nella mia carriera di informatico. Mi presentai al primo colloquio già sapendo che non sarebbe stato facile entrarvi, ma quello che mi aspettava non lo avrei mai immaginato. In breve, per arrivare a concretizzare qualcosa dovetti sostenere nell'ordine: Un colloquio conoscitivo con il titolare che scandagliò il mio curriculum da cima a fondo. Una prova attitudinale "casalinga", nella quale mi fu chiesto di realizzare una piccola applicazione in ASP.NET nel mio tempo libero, per dimostrare che in realtà ci sapevo fare. Una seconda prova attitudinale pratica presso gli uffici dell'azienda della durata di una giornata, sempre per dimostrare che ci sapevo fare ed evidentemente che non ero un abile copiatore... Poi un secondo colloquio conoscitivo, per esplorare la mia attuale posizione e valutare le mie richieste economiche oltre che nuovamente tutta la mia vita lavorativa e non, e infine il terzo colloquio nel quale finalmente mi fu fatta la proposta economica. Posso solo lasciarvi immaginare quale fu l'espressione del grande-capo quando dopo aver ricevuto la proposta (peraltro anche piuttosto vantaggiosa) gli dissi testualmente: "bene, la ringrazio per la proposta, ma sono in attesa di un'offerta da un suo concorrente perciò vorrei prendermi un po' di tempo per decidere". Non ero certo allora nella posizione di potermi permettere di sbottare in quel modo, ma vi assicuro che mi è venuta fuori così naturalmente che ancora adesso mi chiedo se non mi abbia sfiorato la follia. Posso anche io solo immaginare quale fu la sua reazione quando telefonicamente gli comunicai che non ero interessato perchè avevo preferito scegliere il suo concorrente. Ad oggi, so con buona certezza che la scelta che feci allora è stata una buona scelta, non so se la migliore, ma non posso dire di trovarmi male nel mio attuale posto di lavoro, circondato come credo di essere di persone competenti e intelligenti. Quello che volevo rilevare è che il signor "prima di entrare devi passare sul mio cadavere", ha approfittato della mia situazione, del mercato in discesa, e di decine di altre cosucce, in un modo intollerabile senza contare che comunque godeva di un periodo di prova immenso che lo tutelava da qualsiasi possibile leggerezza. Forse, se si fosse limitato ad una più consona politica di colloqui, è anche possibile che io scegliessi lui anzichè un altro. Spesso mi capita di ripensare a quei giorni, convinto come sono che lo stesso trattamento che è stato riservato a me sia uno standard per quell'azienda, e mi chiedo: ma quante altre aziende si comportano così?

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