Il titolo di questo post, decisamente pretenzioso, maschera un tentativo di rispondere al post di Andrea Saltarello che stamane è intervenuto su un argomento che mi sta parecchio a cuore: i weblog.

Personalmente ho, in cuor mio, una speranza che vede il suo fulcro proprio nei weblog, che ritengo essere tra i fenomeni di Internet quello di gran lunga più interessante e promettente. Chat, Newsgroup, Email, hanno da svariati anni ormai tentato di fare invano quello che ai weblog sta riuscendo con eleganza. Far parlare la gente. Non so voi, ma io mi rendo conto ogni giorno di più, che quando cerco qualcosa, nella rete, nella stragrande maggiornaza dei casi la risposta alla mia curiosità si trova in un blog e proprio per questo è più attendibile.

Quello che fino a ierl'altro trovavamo, con tutta probabilità all'interno di un portale verticale, era un'informazione sempre mediata da logiche "di mercato". Quanti di voi, trovandosi di fronte all'anonimo pannellino di un noioso "quick poll" di un portalino si sono mai chiesti se il risultato che leggevano era reale oppure in qualche modo manipolato? Vi posso confermare che il vostro dubbio era ed è fondato. Più è più volte mi sono trovato a discutere con clienti che mi chiedevano un mezzo per falsare questi risultati. Tutto questo dipendeva proprio dalla logica del portale, che ha l'obbligo di fornire un facile conformismo per appiattirsi sul pubblico che lo frequenta.

La logica del weblog è esattamente speculare. E vero che chi scrive un blog, inutile negarlo, lo fa perchè cerca notorietà, ma spesso questo porta ad esprimere opinioni il più possibile anticonformiste e perciostesso foriere di discussione. E lo stesso dicasi per i weblog, come quello dell'UGI, che hanno uno spirito tecnicistico più che di opinione. Chi posta nel proprio weblog sa che per ottenere di essere riconosciuto come attendibile deve pesare i propri post per garantirne la massima veridicità e affidabilità. Per questo amo i blog tanto da averci scritto un'applicazione con lo scopo di avvicinare il più possibile l'evento al post.

Il problema quindi non è nel blog, che deve essere considerato una "fucina" di idee e di conoscenza. La funzione dei weblog è quella di creare conoscenza, e quella degli altri strumenti del web è peculiare della loro natura, cioè il diffonderla. Newsgroupsaggregators, non possono che beneficiare della valanga di informazione che i weblog generano e custodiscono. Il fatto che da un newsgroup, si possa linkare un weblog ha in se il senso stesso della questione: la stessa informazione, anche ammesso che possa nascere all'interno di un newsgroup, non vi può sopravvivere parecchio, data l'effimera esistenza che hanno i post.

Per concludere vorrei anche rilevare un fastidio. A mio parere è pericoloso creare dei "ghetti" che fungano da selezione per le informazioni postate nei weblog. Dato che la selezione dovrà essere per forza di cose umana, non è imparziale ne equa. I ghetti tenderanno a diventare delle mini comunità che si creano dei conformismi locali e che tendono ad escludere tutto ciò che di nuovo possa essere proposto, al solo scopo di mantenere viva la morale che hanno costruito. L'unica selezione che può esistere è quella naturale, che ha fatto nascere e vincere questo affascinante media.

L'importante è che il weblog rimanga quello che ha dimostrato di essere. Lo specchio della società moderna, quella vera, che sta incuriosendo molti che vi si avvicinano e impaurendo altri che ne vedono una minaccia, per un motivo moto semplice: Un weblog è la vittoria dell'individualità sulla massa.

Ovviamente e immancabilmente "powered by IMHO"