Secondo me il punto chiave del sesto principo del Lean Software Development è che per relizzare prodotti software di successo nel tempo serve l'equilibrio tra agire localmente (quando l'utente usa una funzione, fa una richiesta, definisce le priorità e quando il programmatore scrive un test, fa un refactoring, rilacia una funzionalità, fa un test di accettazione) e pensare globalmente (quando si guarda all'intero dominio applicativo, alla evoluzione del prodotto, alla soddisfazione degli utenti, alla economicità delle soluzioni, alla efficenza degli sviluppi, a che direzione strategica prendere)
Come ci si sente con un prodotto eterogeneo, parziale, bacato ? per esempio l'utente si sente confuso sorpreso da modi nuovi e diversi di fare cose che per lui sono simili, incerto su quello che si può aspettare da una sua richiesta, perseguitato da funzioni incomplete e mancanti - il programmatore si sente a suo agio in certe parti del sistema e spaesato in altre, disperato all'idea di toccare certi programmi o certe classi, intimorito da troppe tecnologie differenti usate per fare cose simili in momenti diversi
Come ci si sente con un prodotto uniforme, consistente, semplice e intuitivo ? per esempio l'utente si sente di riuscire a usare le funzioni del sistema nel modo giusto per fare il suo lavoro anche quelle che non conosce e quelle nuove, confidente che le rischiete che fa vengono capite e una volta realizzate lo aiuteranno nel suo lavoro più di quanto sono costate - il programmatore si sente sicuro di fare stime e previsioni, capace di risolvere bug e malfunzionamento con successo, confidente di intervenire su diverse parti del sistema con successo, guidato dalla uniformità del problema e da scelte comuni note e condivise
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Print | posted @ martedì 3 febbraio 2009 22:50