Sempre annotando dal libro 'La Negoziazione'.
Accertato che il conflitto non è in assoluto positivo o negativo, ci sono livelli di conflitto e tipi di conflitto che meglio si prestano ad essere gestiti per massimizzare le conseguenze favorevoli e minimizzare quelle svantaggiose.
Sulla intensità del conflitto la curva dell'utilità ha una forma a ∩ cioè nel centro ha effetti favorevoli sulle prestazioni e la soddisfazione del gruppo mentre l'assenza di conflitto e una conflittualità elevata hanno effetti svantaggiosi.
Sulla tipologia del conflitto, quando è basato sulla percezione di questioni materiali/quantificabili (es. risorse, procedure, compiti, ...) ha effetti favorevoli per il gruppo e la relazione, quando è basato su questioni emotive ( es. principi, valori, identità, ...) invece ha effetti svantaggiosi.
Questo è tanto più vero per lavori non di routine come i compiti dei lavoratori della conoscenza e dell'informazione come siamo noi sviluppatori software.
Riporto alcune righe in sintonia dal Blog inglese di Marco:
A system in equilibrium naturally tends to resist to change and that's why we need to apply a force (questions/retrospectives/etc for people, splitting for stories, refactoring for code), because we need to take the system at the edge of chaos to facilitate the emergence of a new, spontaneous configuration.
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