Il nome di un prodotto, il titolo di un libro, di un film, di un evento giocano sempre un ruolo importantissimo nella “percezione” del contenuto.
Ieri lo “storming” con grandine che era previsto per le 23.00 ci ha risparmiato, ma in compenso i tuoni arrivavano dall’interno del locale! :-D
Brainstorming dinner l’avevo battezzata? E brainstorming é stato, in piena regola! Su 14+1 persone presenti sono emersi già dalle prime battute almeno 5-6 differenti argomenti da parte di altrettanti partecipanti.
Alcuni argomenti sono stati sviscerati, altri in realtà non prevedevano un confronto ma solo il relativo ascolto di chi lo stava esponendo, altri ancora, purtroppo, non sono stati affrontati nel modo che speravo. La cosa tutto sommato “ci sta”, considerato anche il grande interesse e le reciproce aspettative di chi è intervenuto (e questo “é bene”).
Tuttavia, prima ancora di “dove”, “quando” e “come” (ovviamente tutti fattori indispensabili), IMHO era essenziale capire prima “chi” (intendendo “sotto che identità”) e soprattutto “perché”.
Cercando di riportare, a memoria, alcuni degli elementi “acquisiti” che possono rispondere alla domanda “perché”, Davide si dichiarava favorevole alla ricerca di un connubio tra un’eventuale community locale e la realtà lavorativa della stessa zona; Janky ed Andrea condividono il mio desiderio nostalgico di potersi confrontare e poter condividere conoscenze con maggiore frequenza, anche a prescindere dal format “one-to-many” o “many-to-many”.
Ma la vera “torre di Babele”, come forse mi aspettavo, è stato il “fattore chi”! :-)
Le alternative che indicavo sono (ordinati per “onerosità” decrescente):
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Creazione di uno user group locale ed organizzazione degli eventi relativi
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Organizzazione di una serie di eventi “locali” sotto la “stella” di
UGIdotNET -
Organizzazione di uno o più eventi “pilota” appoggiandosi ad una o più realtà aziendali esistenti
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Organizzazione di incontri “informali” con un numero limitato di partecipanti
Avevo bisogno di diverse “informazioni” prima di poter esprimere un mio personale parere in proposito e tutto sommato ieri sera sono più o meno riuscito, nonostante qualche difficoltà di “dialogo”, a raccogliere quelle che mi servivano.
Andrea, Michele e Davide, tutti fondatori di una (o più!) community, hanno giustamente sottolineato l’impegno in termini di tempo, e non solo, che richiede la gestione di un’organizzazione di questo tipo.
Proprio per questo motivo, reputo che la possibilità di far nascere una nuova community “ufficiale” (con le caratteristiche di uno user group o meno non cambia) sia uno sforzo ed un investimento da valutare e soppesare con molta attenzione, come d’altronde credo sia naturale, per evitare un lifecicle “pop-corn” style <cit>. :-)
Poi... intendiamoci, se la scelta più congrua si rivelerà quella della community locale, sarò il primo (se lo reputerò realizzabile ovviamente) a dire “armiamoci e partiamo”!
La seconda possibilità, consultando il Presidente, non è proprio da escludere a priori ma implica comunque una serie di ovvi passaggi di “validazione” necessari, che diminuiscono potenzialmente il grado di “realizzabilità”, andando oltretutto addirittura ad aggiungere altri oneri alle già non indifferenti esigenze di gestione di UGIdotNET. E’ la soluzione che avrei emotivamente preferito, ma che all’atto pratico si rivela un po’ difficoltosa.
Le ultime due possibilità sono quelle che a me piacciono un po’ meno, perché si allontanano dal concetto, magari anche imperfetto, che ho di community per due rispettivi motivi differenti:
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Organizzando e presentando un evento come azienda, questo appare, quantomeno dall’esterno, come un evento commerciale (indipendentemente dal fatto che sia prevista o meno una quota di iscrizione). Devo ammettere però ci sono comunque lodevoli esempi in tal senso che hanno riscontrato un ottimo livello di gradimento.
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Organizzandolo in modo “informale”, invece, per motivi logistici il numero di partecipanti difficilmente potrebbe superare la dozzina e più che un evento di community mi verrebbè da considerarlo un “party privato”. :-) Non lo escludo per un eventuale primo incontro “pre-release” :-), ma non vedo altre applicazioni per questa formula.
Da tutte le considerazioni di cui sopra, ne consegue che una possibile “roadmap” potrebbe essere:
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Fase 1: organizzare un incontro preliminare “informale”, per vedere (neanche tanto di nascosto) l’effetto che fa. Se sembra “girare”, passare quindi alla…
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Fase 2: provare ad organizzare uno o più eventi aziendali “orientati” alla community dev ma non solo. In base al feedback, se si riscontra almeno un discreto interesse, passare infine alla..
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Fase 3: definire e creare una nuova community (user group locale o altro di simile).
Sono ovviamente graditi in ogni momento feedback e suggerimenti di chi dovesse essere eventualmente interessato a questa possibilità.
Grazie ancora a tutti quelli che hanno partecipato alla cena, a Lorenzo che mi ha aiutato nell’organizzarla ed ai masochisti che dovessero leggersi tutto questo post fino in fondo!! :-D