Mi sono divertito a leggere il post di Alessandro. E si, comprendo le riunioni fatte in Italia e quelle fatte qui, in Silicon Valley.
Molto spesso le riunioni italiane iniziano in ritardo con la meta' dei partecipanti e finisco in ritardo con un'altra meta' dei partecipanti. Nel mentre c'e' stata una metamofrosi di persone ed a volte pure di soggetto. Solitamente l'agenda e' sconosciuta ai piu', molti arrivano chiedendo di che si tratti e del perche' sono stati convocati, e a volte capita pure che non ci sia l'agenda. Molto spesso se c'e' piu' di una persona (:-)) parlano tutti assieme, e' difficile che parli uno alla volta, con il risultato che il volume e' sempre al massimo. Del resto non si puo' far finire il discorso perche' solitamente chi prende la parola non la molla piu'. A volte capita che se parla uno solo piu' della meta' parlano fra di loro sottovoce (si fa per dire) non ascoltando alcun'che'. Alla fine e' il risultato che conta, nessuno sa che cosa deve fare e si va avanti lo stesso, ma l'illusione della riunione ha dato quel benestare a chi lavora di andare avanti per la propria strada....si potra' sempre dire “l'abbiamo deciso in riunione”.
Da questa parte dell'ocenano e continente, le cose sono diverse. L'agenda e' definita a priori (solitamente 2 giorni prima), la riunione e' schedulata con un inizio ed una fine. Se non finisci a tempo troverai qualcuno che ti butta fuori. Se arrivi tardi stai tranquillo che qualcuno ti chiama entro 3 minuti dall'inizio per “ricordarti” l'appuntamento. Se tenti di sovrapporti al discorso di un'altro ti vien detto garbatamente “sto finendo il discorso”, lo sguardo e' meno garbato. Alla fine della riunione si dedica 5 minuti per fare il sunto di quel che si e' deciso.
Che dire, meglio il rigore o la creativita' massima (anarchia)?