Da quando ho scritto il post "Una firma per la libertà", sento sempre più spesso gente che mi ferma e mi dice: "Speriamo bene per le firme" oppure "Ah, i Radicali hanno ragione!", o anche "Io li ho firmati, dai che ce la facciamo". Il tenore delle richieste, è immancabilmente questo e mi sento autorizzato a chiedermi: Ma siamo tutti Radicali?
In realtà questa mia domanda, che trova una giustificazione anche nelle migliaia di cittadini che hanno letteralmente preso d'assalto i tavoli dei compagni Radicali, mi frulla in testa da molto più tempo. Se vado ad analizzare la partecipazione della gente alle idee Radicali, mi rendo conto che con tutta probabilità l'Italia è Radicale e non se ne rende conto.
Divorzio e Aborto, ma anche Nucleare, Legge elettorale maggioritaria, e decine di altri argomenti hanno trovato nella Gente un supporto infinitamente superiore a quello che ci si poteva ragionevolmente aspettare dal 2% medio di preferenze che questa forza politica ha sempre trovato. Il fatto è che normalmente quando si parla dei Radicali si sente esprimerae un luogo comune: "Non ci sono più i Radicali di una volta". E' questo il messaggio che passa, autorizzando a credere che siano i Radicali ad essere cambiati piuttosto che gli ad essere dei banali trecartari. In effetti pare difficile credere, in un panorama politico desolante come quello italiano, che esita qualcuno che riesce a mantenere fissa la barra del timone e non si abbandoni a facili trasformismi in nome della poltrona che occupa e che non vuole lasciare.
Ma un'analisi attenta delle posizioni Radicali, che sono note a tutti, legalizzazione delle droghe, libertà di ricerca, stati uniti d'Europa, eutanasia, laicità dello stato, rivela che questo pragmatico modo di affrontare i problemi è tale e immutabile da sempre, fin dalla nascita del partito.
Perciò la domanda legittima è: Perchè gli altri sono cambiati?