Chiacchierando nel weekend con un amico, un ottimo programmatore, molto esperto di Oracle e Java, mi sono trovato per l'ennesima volta di fronte ad una situazione ricorrente.

Mi capita da un po' di tempo, anche a causa del mio nuovo impiego, di confrontarmi con programmatori dell'altro lato del modo, bravi programmatori che hanno scelto di lavorare con Sun piuttosto che con Microsoft. Sempre, quando iniziamo a discutere, avverto questa "sensazione" di essere guardato dall'alto in basso, come se lo scettro della buona programmazione fosse nelle loro mani. Tra una chiacchiera e l'altra ho avvertito, nel mio amico, una simile convinzione, che si è tramutata in qualcosa di più, quando si è lasciato sfuggire l'affermazione che "con Java si fanno le cose importanti", come se a .NET fossero lasciate le briciole.

Personalmente rispetto un buon programmatore, indipendentemente dalla tecnologia cui egli fa riferimento, considerando che la buona programmazione non è data dalla tecnologia, ma soprattutto dalla capacità di usarla nel modo corretto. Così non è, per i programmatori Java. Per loro il fatto stesso di usare qualcosa che sia Microsoft è già indice di "scarsa preparazione". Essi annoverano tra i principi della scienza informatica anche il concetto "religioso" che usare Microsoft corrisponde a non saper programmare.

Conosco Java, ne padroneggio bene i costrutti, ne intuisco le potenzialità, ne ammiro la portabilità, però preferisco .NET. E non ammetto che nessuno mi consideri un "emarginato" per questo. Potrei comprendere, un atteggiamento di questo tipo (badate bene, "comprendere" e non "giustificare") paragonando Java a VB6, ma non sopporto che si degradi .NET al rango di "bazzecola", e me con lui. Come dimostrano le migliaia di blog giornalieri, .NET è tutt'altro.

Qualcuno si è spinto a dire che .NET è il Java che i Javisti hanno sempre sognato; Non voglio spingermi a fare mia un'affermazione di questo stampo, ma l'unico vantaggio che concedo a un programmatore Java rispetto a me è la "portabilità", che ammiro ( e invidio) molto, ma non ritengo fondamentale per una scelta di campo.

D'altronde la mia scelta è esclusivamente personale, e non mi sognerei mai di imporla a qualcun'altro, anche se faccio tutto ciò che è in mio potere per farla conoscere il più possibile.

Gradirei che il rispetto fosse reciproco.

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