Questa mattina mi sono ritrovato a pensare a quella che probabilmente è stata la prima lezione in università, in una grigia mattina di ottobre del 1999.
Come docente c'era Giovanni Degli Antoni e si parlava, tra le mille altre cose, di comunicazione...dell'importanza sempre crescente che avrebbe avuto (e che avrà) nel futuro.
Ricordo che aveva fatto ben riferimento ai concetti di collaborazione e competizione.
Come sempre i suoi dialoghi erano a metà tra l'astratto, il distaccato e l'illuminante.
Ma non voglio perdermi oltre.
Il dubbio che mi è venuto questa mattina è proprio sul concetto di comunicazione e mi è venuto, ancora una volta, guardandomi in giro, osservando.
Qualche anno fa, quando cominciavo a prendere coscienza di quel che sapevo fare (professionalmente intendo), girando su internet non capivo il senso di community.
Perchè mai devo raccontare a della gente semi-sconosciuta delle cose che so fare, svelare per così dire i "trucchi del mestiere" per giunta pubblicamente (quindi a disposizione di tutti) e gratuitamente?
Così ho deciso di non farlo...ho puntato sulla competizione.
Il risultato è che molti, se non tutti, mi hanno sorpassato. La competizione non paga, dunque?
No, non credo sia quello. E' importante lo spirito ed il carisma con la quale si fa competizione.
Internet nel frattempo si è riempita sempre di più di newsgroup, di forum, di community, di messaggi di aiuto, di ugi, di blog, ecc, ecc...
Certo tutte cose che io (e non ho 70 anni, senza offesa per chi li ha) ho probabilmente sempre mal interpretato.
Poi, ho scoperto che collaborare è appagante.
Tu vieni aiutato e aiuti. E così le cose girano. La parola ed il concetto di "share" al giorno d'oggi è sempre più presente. Ovunque.
In fondo non si tratta di svelare i "trucchi del mestiere" perchè non si tratta di una staffetta, non c'è un testimone che se lo cedo, io non ce l'ho più...non do qualcosa a qualcuno ma lo metto in "sharing".
Dunque al giorno d'oggi non c'è più competizione?
Eh no...sarebbe troppo facile.
La competizione c'è e in alcuni casi, non bisogna essere dei filosofi per vederlo.
In altri invece il concetto è più velato, quasi come il concetto di proprietà intellettuale.
Con i nostri blog siamo tutti divulgatori di idee, di pensieri, di tecniche, di qualcosa...ma chi sono gli autori? E parlo degli autori di quei concetti, non del post in sè.
La competizione si crea proprio come in una gara, "l'ho scritto io quindi è un concetto mio", in una sorta di moderno "ipse dixit".
Insomma per essere meno competitivi serve più umiltà.
Impariamo a dire "io sono come lui" e non "lui è come me". Sembra poco, ma è indice di umiltà.
Ma anche per essere più collaborativi serve più umiltà.
Se condivido qualcosa con qualcuno è perchè non mi voglio elevare sopra di lui, quindi è un principio di collaborazione.
L'altro giorno ho letto questo bel post di luca, in cui ritrovo questi concetti, più sintetizzati (per fortuna direte voi).
In ultima analisi direi che al giorno d'oggi competere significa saper collaborare.
Lo vediamo nelle community, nei blog e nella leadership.
Come appunto citava luca: "il terzo (momento in cui esprimere leadership n.d.a) consiste nel preoccuparti della crescita e dello sviluppo delle persone che guidi, senza preoccuparti delle conseguenze di quella crescita su di te"
E' un concetto che esprime il massimo della collaborazione, ma nella quale il leader rimane tale (competizione).
Occorre quindi stare attenti a bilanciare bene tutti i fattori, la verità sta, ancora una volta, nel mezzo.