Un vecchio adagio recita, "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace". Se davvero esiste un Dio, mi scampi dall'idea di contestare la libertà personale sul gusto, ma trovo che quanto recita questo detto sia davvero deleterio.

Immaginiamo infatti che a Michelangelo a Caravaggio oppure a Picasso, qualcuno avesse detto: "No quello che tu fai non mi piace!". Sarà anche possibile che questo sia successo, tuttavia credo siano poche le persone che ad oggi possano contestare la bellezza delle opere di questi rinomati artisti e pensatori.

In un'epoca come la nostra, in cui il conformarsi al comune pensiero assume dei toni di autodifesa, l'applicazione ferrea di questo adagio diventa indiscutibilmente un blocco alla crescita artistica e generalmente parlando di qualsiasi cosa possa essere ricondotta al gusto personale.

Davvero troppe volte mi sono trovato di fronte ad una negazione di una idea, o di un progetto, con unica motivazione addotta il fatto che questa non piaccia. Spesso, ad esempio nel campo della moda, quello che oggi viene considerato brutto, probabilmente fra qualche anno sarà un vero "must", tuttavia lo si nega senza pensare ai reali motivi che portano ad una soluzione, ad un'opera o anche solo ad un'idea.

A mio umilissimo parere, il detto di cui sopra andrebbe riscritto: "non è bello ciò che piace, ma è bello ciò che è giusto". Giusto, intendo con l'accezione di "ben progettato", "che risolve bene", e perchè no, anche che porta una innovazione, sfruttando ad esempio una nuova tecnica per esprimere un concetto, oppure rompendo uno schema.

Ma spiegatelo ad un conformista se ci riuscite.

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