Perfezionismo e frustrazione...

Si, sono un perfezionista.

Me lo hanno detto spesso in passato e ora capisco sempre più cosa significa e che è vero: lo sono.

In un dialogo che ho avuto il piacere e la fortuna di avere ho trovato alcune conferme. Pensieri che pensavo miei li ho ritrovati in altri e quindi rafforza la mia idea.

Ricordo per esempio quando ero bambino mi veniva spesso la curiosità di cominciare a fare qualcosa di nuovo (sono sempre stato un tipo molto, forse troppo, curioso), mio fratello le chiamava OmarManie, le facevo per un certo periodo, poi smettevo.

Perchè?

Il motivo non era sempre lo stesso, ma in genere era perchè mi rendevo conto che non ero all'altezza, che c'era qualcuno che con la metà dello sforzo raggiungeva risultati migliori dei miei, non avevo speranze e abbandonavo.

Ricordo chiaramente un pomeriggio, avrò avuto all'incirca 12 anni, e stavo costruendo la mia ennesima mini 4WD. Leggendo una rivista di modellismo mi sono imbattuto in una lettera di un ragazzo (o bambino) che aveva più o meno la mia età.

Diceva che aveva fondato un mini-4WD fan club, e che se avessimo mandato una lettera a lui (le email cos'erano al tempo?) ci avrebbe inviato un mini programma delle attività ed eventi e che ci avrebbe coinvolto in tornei ecc...

Io, che già sognavo da tempo di fondarne un mio, ho cominciato a pensare "ma questo ha pensato a come trovare sempre nuovi soci? a come organizzare gli eventi? e i premi? e trovare anche il luogo per le gare, nonchè organizzare la logistica (avevamo tutti più o meno quell'età...)" insomma tutti fattori che io ho sempre analizzato nei miei pensieri e che, non trovando soluzione, hanno fatto desistere in me tale progetto. Lui invece, probabilmente perchè non ci aveva pensato, l'aveva fatto. Qual'è la cosa giusta?

Crescendo i progetti hanno aumentato la loro serietà, ma poco è cambiato.

Ho visto gente decidere di comprare case in posti assurdi, o scegliere lavori con grande azzardo, oppure ancora mettersi insieme ad una persona senza vederne le conseguenze, tutte cose che, quando mi trovo io a doverle fare, penso a tanti fattori, li analizzo e poi desisto. Non è razionalmente la cosa giusta da fare.

Eppure esistono anche tanti casi inversi. Gente che, proprio per il fatto che non analizza e pensa a tutte le conseguenze (quello che si dice "si butta"), magari crea qualcosa. Magari sbagliata, spesso giusta anche solo per averci provato (american-like). Ma almeno crea qualcosa.

Il perfezionismo ti frena.

Sempre.

E ti fa vivere un po' frustrato.

Tutte le volte che mi metto in testa di cominciare un progetto (e non parlo ovviamente solo del lavoro), vaglio tante (non posso dire tutte, altrimenti sarei un Genio) possibili conseguenze e se solo intravedo che qualcosa potrebbe non andare come penso o che non possa andare fino in fondo, non comincio neanche. Non credo di poterla chiamare paura o prudenza. Perfezionismo si però.

E il mondo perfetto non esiste, quindi devo trovare il modo di non esserlo ma, dopo anni e anni, posso affermare di non riuscirci.

Lo diceva anche Dante, nel canto XXVI della Divina Commedia. Tanto più ci si avvicina alla perfezione e tanto più ci si sente lontani.

Si, solo chi non fa nulla non sbaglia.

Print | posted @ mercoledì 3 settembre 2008 03:32

Comments on this entry:

Gravatar # re: Perfezionismo e frustrazione...
by mgutman at 03/09/2008 11:18

che bel post... mi ci ritrovo quasi in tutto... E un caloroso benvenuto nel club dei "perfettini" ( nomignolo paterno ). La strada è lunga e impervia, ma forse un giorno...
Gravatar # re: Perfezionismo e frustrazione...
by Alessandro Pulvirenti at 03/09/2008 19:20

Mi aggiungo anch'io al club! :-)

Solo che io utilizzo, spesso, due modi di fare:

1) (pessimista) analisi di tutte le variabili e alla fine desistere perché penso di non riuscire in tutto;

2) (ottimista) analisi di tute le variabili e qualsiasi risultato ottengo, alla fine la faccio lo stesso!

Il primo ragionamento spesso lo uso nella ricerca e selezione dei posti di lavoro. Analizzando tutti i requisiti richiesti e spesso abbandono perché non li soddisfo tutti. Tanto è vero che sono rimasto molto soppreso quando un amico mio partecipò a un colloquio di lavoro in cui non aveva tutti i requisiti e lo presero lo stesso! Aver desistito in molte offerte, vedo che forse ho sbagliato.

Il secondo ragionamento lo uso spesso quando debbo partecipare a un concorso (spesso a premi). Perché mi sono accorto che spesso lo vinco pure! Quindi meglio partecipare! ;-)
Ciao
Alex

Gravatar # Il mio rapporto con il compleanno
by Sharing Oriented at 17/11/2008 14:31

Il mio rapporto con il compleanno
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