A volte mi domando se veramente la rete sia neutrale come si pensa. Se ci sia quel sano principio di equità che una società democratica debba avere. Eppure sempre più spesso mi viene da rispondere che anche sulla rete c'è quella nube oscura - che diversamente non voglio definire - e che maschera quel sano principio di costituzionalità.
Navigando per i siti internet infatti spesso ci si imbatte in articoli più o meno mirati, in recensioni di prodotti, in opinioni. Insomma la rete, così come il quotidiano, è potenzialmente di tutti. Tutti scrivono, tutti ascoltano. Tutti o nessuno o in parte possiamo condividere quello che sentiamo. E' una regola logica e cristallina tanto quanto il 2 + 2 = 4.
Eppure quel 4, in più di un'occasione è stato trasformato in 3 o in 5. Mi domando il perché? A cosa alludo? Facendo SEOing, mi capita, di scandagliare la rete per cercare dove i competitor dei miei clienti si sono "posizionati" all'interno di vari siti. Possono essere siti tematici, piuttosto che semplici directory. E parte del lavoro del SEOer è quello di ricercare scambi link "forzati" (i naturali, beh lo dice la parola stessa, ti linkano per conto loro senza che tu nemmeno te ne accorga e questo avviene con una certa rarità).
Forzato non vuol dire "ti punto la pistola contro" o "ti mando un pacco bomba", ma semplicemente contattare il webmaster del sito verso il quale si nutre un certo interesse e chiedergli se – e sempre se, almeno nel mio caso – data la pertinenza del prodotto, dell'articolo, del servizio offerto, al pari di come altri link siano già presenti nella pagina per la quale si richiede lo scambio, si può inserire un link anche verso il sito che si sta proponendo.
Qui ci vuole, e torno sulla mia discussione "La fantomatica directory NelWeb.Biz", che in molti non hanno condiviso: perché mai un sito deve linkarmi o inserirmi gratuitamente?
Ritengo che se un sito X - non commerciale e qualora non richieda compensi per l'azione di link - se si prende l'onere di presentare una lista di prodotti o servizi, alcuni gratuiti e altri a pagamento (quindi potenzialmente fa un censimento), qualora gli venga proposto/richiesto l'inserimento di un prodotto/servizio attinente, il sito X contattato dovrebbe sentirsi quantomeno nell'obbligo di rispondere alla richiesta di contatto, fornendo magari un motivo al mancato inserimento, o eventualmente aggiornare la propria lista per equità delle parti. Non farlo, non rispondere alle richieste, a mio avviso equivale ad una forma di malafede direi quantomeno scandalosa a cui purtroppo molti webmaster sembrano attenersi.
D'altronde lo stesso Tim Berners Lee dice che "Il web non deve assolutamente discriminare sulla base di hardware particolare, software, rete sottostante, lingua, cultura, handicap o tipologia di dati" e io aggiungerei anche informazioni (nel più ampio senso della parola).
La mia opinione può essere condivisa o meno; i commenti sono liberi e aperti e sono curioso di sapere cosa ne pensate.