Life Beyond Distributed Transactions (an Apostate Opinion) ...from Pat Helland

Questa sessione vale tutto il Teched. Punto.
Pat Helland (forse non ne aveva bisogno) ma può essere consacrato come Mito.

Vediamo di condensare qualche premessa e qualche concetto chiave:

Oggi si parlava di applicazioni scalabili. Ma di applicazioni scalabili serie. E quando ci si trova in davanti a determinati challenge non c'è via di mezzo, come lui stesso dice...Distributed Transactions...SUCKS!
(Io Mauro e Lorenzo eravamo li a fare la nostra mini standing ovation...)

Il discorso ovviamente è molto ma molto lungo ma qui si parla di scalabilità estremizzata all'infinito.
Per liberarsi delle transazioni distribuite, ci vuole una progettazione totalmente diversa di tutta l'infrastruttura e anche del modello, liberarsi da preconcetti vecchi come il mondo.

Layering
Un concetto da diffondere come il pane è quello che il codice applicativo che debba veramente diventare scalabile dovrebbe essere almeno scritto in questa forma di layering:
Scalable Agnostic Layer
Scalable Aware Layer

Idempotenza
Mi fa piacere averne parlato recentemente al mio corso di Architetture Enterprise come uno specifico pattern nelle architetture Service Orientatied. La descrizione di idempotenza di Pat è stata perfetta, brillante ed esaustiva. Bisogna scrivere applicazioni che non soffrano di problemi di Retry quando questi ultimi portano a situazioni di incoerenza nei nostri dati. Pensare a messaggi idempotenti significa anche cambiare radicalmente la forma dei nostri messaggi scambiati tra i servizi.

No Distributed Transaction => Workflow
L'abbandono della transazione distribuita come unico lock verso la reale scalabilità, trasforma i processi di business in veri e propri workflow la cui granularità è molto fine, e si creano delle partrnership tra i vari item in gioco

Ok ci vorrebbe un chilometro di pagine per poter parlare di questo argomento...speriamo di diffonderlo bene nel prossimo futuro.

Doveroso precisare che questi sono discorsi che Pat faceva già anni fa (me lo ricordava Lorenzo) a partire da una sessione con Don Box nel 2003 (oltre a cantare Give a Soap chance...) e che adesso sono stati consolidati dopo anni di SUCCESSO nei più grandi scenari enterprise del mondo.

E vi risparmio su alcune battute sulla normalizzazione....:-)

Voto: Standing ovation.

Print | posted on martedì 6 novembre 2007 18:32

Comments on this post

# re: Life Beyond Distributed Transactions (an Apostate Opinion) ...from Pat Helland

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"E vi risparmio su alcune battute sulla normalizzazione....:-) "

Divertenti immagino, soprattutto quando fatte da persone che NON SANNO COS'E'!!!! :-)
Left by Davide Mauri on nov 06, 2007 7:01

# re: Life Beyond Distributed Transactions (an Apostate Opinion) ...from Pat Helland

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Mauro, ti faccio presente che Pat Helland sa molto bene di cosa parla.
Citrazione da http://msdn2.microsoft.com/en-us/arcjournal/bb735300.aspx

"My name is Pat Helland and I work in the Visual Studio team in the Developer Division. I came to Microsoft in 1994 and helped found the team that built Microsoft Transaction Server and the Distributed Transaction Coordinator. By about 1998, I started to understand that N-tier computing was not addressing all the issues our customers were having and I became involved in what today is called service-oriented architecture, which back in the day I was calling "autonomous computing." This led to working on connecting the services with reliable messaging, and I helped start a project that shipped in SQL Server 2005 called SQL Service Broker. Starting in 2003, I spent some time working in DPE doing evangelism to our enterprise customers."
Per non parlare del fatto che è stato architect in Amazon.
Per cortesia: silenzio, non c'è altro da dire.
Left by Raffaele Rialdi on nov 07, 2007 1:52

# re: Life Beyond Distributed Transactions (an Apostate Opinion) ...from Pat Helland

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Davide, mi spiace per l'errore del nome, non avevo nessuna intenzione di storpiare volutamente il nome.
Il mio è semplicemente un invito a non criticare una persona che conosce entrambe le architetture non solo per averle usate ma anche per aver partecipato alla creazione di tecnologie che le usano. Questo fa di quella persona un punto di riferimento molto attendibile.
Non è poi mia intenzione aprire un dibattito sul blog di altri, ma solo di avvalorare le tesi di quella persona, quindi non scendo nei dettagli.
Quanto alla faziosità, la rigetto perché io non rigetto tutti i vecchi concetti mentre tu contrasti totalmente i nuovi (altrimenti non avresti commentato in questo modo).
Chi vivrà vedrà ... OSLO is coming ...
Left by Raffaele Rialdi on nov 07, 2007 6:25
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