Vorrei collegarmi a questo interessante post di Theswra per aggiungere alcune mie considerazioni a difesa di cosa significhi l'adozione di scenari RESTful più che altro da un punto di vista metodologico, dato che è stato oggetto di ricerca applicata nel mio recente periodo universitario. Come premessa vorrei riportare una citazione di Roy Fielding (uno dei "padri" di HTTP) in una delle sue pubblicazioni:
Representational State Transfer is intended to evoke an image of how a well-designed Web application behaves: a network of web pages (a virtual state-machine), where the user progresses through an application by selecting links (state transitions), resulting in the next page (representing the next state of the application) being transferred to the user and rendered for their use.
Una concezione apparentemente semplice che dovrebbe convincere sempre di più sulla necessità (non percepita comprensibilmente da tutti) di uniformare il Web. Oggi sentiamo parlare di Web Service RESTful come una sorta di cabala riguardante l'esposizione di sorgenti dati via HTTP. Ricordando nuovamente che REST in realtà costituisce uno stile architetturale (e NON uno standard) abbastanza datato, chi può negare come esso definisca "uno dei migliori comportamenti" raggiungibili da un'attuale applicazione Web?
Personalmente ritengo che questo paradigma logico di interazione tra entità, individuabili tramite nome e non "verbs", possiede tutte le carte in regola per diventare LA metodologia più adatta e matura in grado di condurre il Web ad una svolta epocale: l' uniformità di accesso logico alle risorse come paradigma e base condivisa per gli sviluppi futuri.
Il fatto esemplare che secondo me dovrebbe far riflettere a riguardo consiste nell'incalzante ricerca da parte di Microsoft di diverse soluzioni (es. progetti Astoria e Web3S) e specifiche (es. ATOM/APP e JSON) che attualmente sono adattate e testate pesantemente per raggiungere in sostanza lo stesso profetico obiettivo: l'unificazione delle interfacce Web per creare/aggiornare/eliminare dati relazionali e semi-relazionali seguendo la strategia "più formati, unico protocollo (HTTP)"... cercando di fronteggiare le centinaia di problematiche che sorgono tra cui, ad esempio, la gestione della retrocompatibilità con gli user-agents meno "smart".
A supporto di questo modo di vedere REST, riporto due interessanti articoli che lasciano supporre al lettore l'esistenza di una vera e propria guerra tra soluzioni legacy e standard metodologici nell'intento di raggiungere un modo maggiormente interoperabile/scalabile di concepire lo sviluppo di applicazioni Web-based:
Concludo con una domanda: cosa succederà al povero RDF ? Non so voi, ma personalmente non ho mai visto uno scenario reale in cui questa specifica per il Web semantico abbia avuto successo... a parte studi accademici, pubblicazioni scentifiche e particolari tool realizzati. In Astoria questo protocollo è attualmente contemplato ma da quanto fanno intendere i comunicati ufficiali del team, esso morirà silenziosamente... vedremo.
Technorati tags: REST, Astoria, RDF