Sto seguendo un progetto sull'usabilità in collaborazione con il Centro Ricerche Fiat, in particolare abbiamo messo sotto analisi una form particolarmente complessa di un software che il nostro team ha sviluppato.
Confrontarmi con persone di formazione completamente diversa, come ad esempio alcuni psicologi, è stato illuminante perchè mi hanno aiutato ad osservare il software da un'ottica nuova.
Ho chiesto qualche riferimento per approfondire l'argomento e mi hanno indicato un nome: Jakob Nielsen.
Mi sono ricordato che Jeff Atwood nel suo blog Coding Horror nella sezione Recommended reading consiglia la lettura di Don't make me think di Steve Krug, l'ho ordinato su Amazon e ne ho appena terminato la lettura.
E' un libro che consiglio a tutti, perchè è breve, come anche l'autore ci tiene a sottolineare (I've worked hard to keep this book short - hopefully short enough you can read it on a long plane ride) è denso di consigli che derivano dallo studio di anni su come gli utenti utilizzano i siti web ed aiuta a creare in noi developers una certa sensibilità sulla facilità d'uso dei nostri software o siti web che spesso, io per primo, trattiamo con superficialità.
Il capitolo che mi è piaciuto di più è quello sull'usability testing, in quanto mi ha fatto cadere alcuni pregiudizi che avevo su questo genere di attività:
- non sono costosi
- non è indispensabile un esperto di usabilità
- una sessione con un utente non è più lunga di un'ora.
- è un processo iterativo cioè non è conveniente farlo quando il sistema è quasi terminato, ma è più utile se inserito nel ciclo di sviluppo.
In pratica si sposa benissimo con i metodi agili.
Proverò a proporre al nostro management, sempre attento alla qualità, di poter sperimentare questo approccio.