Oggi dopo l'ennesima riunione sulla coding convention del nostro team, ho colto l'occasione per scrivere alcune riflessioni.
Ho sempre pensato e sostenuto che avere una coding convention comune fosse un valore e il non averla un problema. Ora dopo un pò di anni passati a creare bellissimi software e a lavorare in team sono giunto ad una diversa conclusione.
Ho seguito molti progetti realizzati in linguaggi, piattaforme e per sistemi operativi diversi, scritti con le coding convention più disparate. Eppure riflettendoci la coding convention non è mai stato il problema più importante, anzi è stato quasi sempre un aspetto piuttosto marginale.
Al primo posto è quasi sempre la semplicità, cioè scrivere un codice che riveli le intenzioni delle funzionalità che espone.
Al secondo basso accoppiamento mi sono trovato spesso a modificare del codice scritto da qualcun altro e a dover rispondere alla domanda: se tocco qui cosa si romperà?
Al terzo: build automatica che crei anche il setupkit, è frustrante dopo essere riuscito a modificare il software impiegare una o più giornate per capire come rilasciarlo.
Pensandoci bene credo che la coding convention sia più un problema estetico, cioè codice ordinato e bello da vedere che un problema strutturale. A me dà fastidio vedere codice esteticamente brutto, ma a parte questo non mi impedice ne di modificarlo, ne di comprenderlo.