Ebbene si:
le voci che corrono sono fondate... Oggi sono 20! Come sarebbe a dire: "non sei credibile"?!?!?!? Va beh... in effetti sono 30. In occasioni come queste, è normale che il pensiero corra: nel mio caso, penso a cosa ho fatto nella scorsa decina... Nel 1994 vivevo, da bravo amighista, la mia vita
bohemienne, sospeso tra il compilatore C/C++ della Lattice/SAS e AMOS, uno strepitoso compilatore BASIC. A tutto ciò alternavo gli esordi della mia professione, impiegato come sviluppatore in linguaggio Assembly per workstation RISC (CPU ARM): sviluppavamo il software di colorazione usato dalla Marvel Italia. Il crollo di Commodore, le vicissitudini di Amiga (ESCOM, Gateway, AT, ...) e il successo del "dinamico duo" (
Wintel) mi portarono ad abbracciare il "lato oscuro della Forza", e ad usare Turbo C++ (poi abbandonato per VC++) prima e VB (versione 3) poi. Con la versione 4, anche VB imparò il concetto di classe, e la mia voglia di OOP "vera" si fece ogni giorno + pressante. Dopo i rudimenti appresi come autodidatta, il mio primo libro "serio" fu "Thinking in C++" (la prima edizione, quella del 1995) e, folgorato sulla via di Damasco dissi: "Che figata il polimorfismo!" Avete presente quando Neo guarda Morpheus e dice: "I know kung-fu" e questi risponde: "Dimostramelo"? Ebbene, a questo punto della vicenda arriva la "pietra
emiliana dello scandalo", ossia "Design Patterns" (il GoF). Arrivato ad
Observer, iniziavo a sospettare che _forse_ avevo tralasciato qualcosa; giunto a
Composite capii che avevo ancora kilometri (con la "k" in omaggio al Markino) di maniche da rimboccare, e che sicuramente fino ad allora del polimorfismo (e della sua _reale_ utilità) avevo capito ben poco. E allora mi ributto sotto: un pizzico di Java, due quarti di architetture DNA, quanto basta di UML e, proprio quando pensi che la torta stia per essere pronta... Zak! Gli echi di PDC 2000 ti parlano di questo fantomatico
.NET che ancora una volta cambierà tutto. E quando pernsi di avere iniziato a domarlo, ti arriva la nuova versione e ti butti dietro al giocattolino nuovo. Insomma... Tanto rumore per nulla: alla fin fine, si continua a correre. Per se stessi, non per gli altri o per comunicare chissà quale messaggio. Come Forrest Gump :-)