Nonostante l’immagine austera e formale che li accompagna da sempre, i Tedeschi sono un popolo creativo e che si sa divertire. Chi ha visitato anche solo una volta la terra di Goethe, sa che in Germania è possibile trovare iniziative ed eventi di qualsiasi tipo dove i nostri amici teutonici, nonostante il clima a volte inclemente, esprimono tutta la loro gioia di vivere. Non deve quindi stupire il fatto che qui si svolga la maggior parte dei festival di strada in cui s’intrecciano manifestazioni politiche, parate goliardiche ed eventi musicali di primissimo piano. Tra i tanti, uno però è rimasto nella leggenda, ed è la Fuck Parade del 2000 a Berlino. Il motivo è noto: è stata l’occasione in cui si è rivelato al mondo Technoviking, l’unico uomo che, secondo vari studi scientifici, potrebbe tenere testa a Chuck Norris in un corpo a corpo.
Scherzi a parte, il video del cosiddetto Technoviking (intitolato “Kneecam no 1 the original technoviking tape from 2000”) è conosciuto praticamente da tutti ed è rimasto nella storia di internet quantomeno perché risulta essere uno dei primi meme apparsi in rete ed oggetto di una controversia legale degna di un documentario (che, guarda caso, è stato appena pubblicato). Per i pochi che ancora non avessero avuto la fortuna di gustarsi l’opera di Matthias Fritsch (l’artista autore del video), si tratta di una breve sequenza filmata nella quale, durante una parata musicale, un uomo a torso nudo, e con al collo un ciondolo a forma di martello di Thor, balla musica techno in maniera particolarmente appariscente e interagisce con gli altri presenti. Potrebbe essere descritto a prima vista come una rivisitazione del video musicale “The sweetest thing” degli U2 ambientata nel mondo di Blade Runner, ma molto più interessante e bizzarra. Il video in questione, all’apparenza preparato ad arte, riprende in realtà comportamenti spontanei, registrati senza che i soggetti filmati ne fossero a conoscenza o comunque senza un loro consenso esplicito.
Proprio quest’ultimo aspetto ha trasformato un fenomeno inizialmente solo mediatico e sociale in un’aspra controversia legale conclusasi definitivamente nel 2014. Nel 2009, infatti, Technoviking (il protagonista del video, la cui identità è ancora sconosciuta) inviava, tramite il proprio legale, una diffida a Fritsch chiedendo l’immediata rimozione del filmato dalla rete e un risarcimento per il danno d’immagine subito. Lo stesso lamentava infatti di non avere mai espresso il proprio consenso alla sua registrazione né alla sua diffusione o commercializzazione (realizzata dall’artista attraverso Youtube e la vendita di gadget a tema “Technoviking”). Il comportamento dell’artista, secondo il difensore del protagonista del video, aveva infatti leso profondamente i diritti della personalità del suo cliente e, in particolare, il suo diritto all’immagine, come tutelato dalla legge tedesca sul diritto d’autore per le opere d’arte figurativa e la fotografia (Gesetz betreffend das Urheberrecht an Werken der bildenden Künste und der Photographie o KUG). Inoltre, a seguito della pubblicazione del filmato, lo stesso aveva avuto notevoli problemi personali e lavorativi e pertanto ne chiedeva l’immediata rimozione dalla rete.
Non avendo ricevuto un soddisfacente riscontro dall’artista, veniva quindi instaurata una causa presso il Landgericht di Berlino (il tribunale civile) che, in primo grado, si concludeva nel 2013. In tale sede l’artista si difendeva sostenendo che il soggetto protagonista del suo video era assolutamente consapevole del fatto che la scena fosse ripresa e che aveva più volte guardato la telecamera continuando comunque a ballare: pertanto lo stesso aveva chiaramente espresso il proprio consenso attraverso comportamenti concludenti. Fritsch sosteneva inoltre che il protagonista del video, attualmente, non fosse più in alcun modo riconoscibile nelle immagini immortalate nella propria clip (e che quindi non vi fosse lesione del suo diritto all’immagine) e che, in ogni caso, la sua attività era da considerarsi come una manifestazione della sua libertà d’espressione artistica e pertanto legittima.
I giudici di Berlino, all’esito del procedimento, ritenevano però quasi interamente fondate le doglianze del Technoviking, affermando che:
- il solo fatto che il protagonista del video si fosse accorto che la scena veniva ripresa e avesse guardato la telecamera non costituiva in alcun modo, secondo la legge tedesca, un consenso alla realizzazione del filmato. Tantomeno tale comportamento poteva essere considerato come un consenso alla diffusione e commercializzazione del video e dell’immagine del suo protagonista.
- Nel caso in questione, inoltre, non essendovi una particolare rielaborazione artistica delle immagini da parte dell’autore del video, nel bilanciamento di interessi tra il diritto d’espressione artistica e il diritto alla personalità dell’individuo (e nello specifico il suo diritto all’immagine) doveva necessariamente prevalere quest’ultimo e la sua tutela.
Sulla base di queste considerazioni il Landgericht di Berlino condannava Matthias Fritsch al risarcimento del danno nel confronti del protagonista del video per una somma di circa 10.000 Euro oltre che alla rimozione del video da Youtube e da qualsiasi altra piattaforma di condivisione, con l’avvertimento che, qualora non lo avesse fatto, avrebbe potuto incorrere in una ammenda fino a 250.000 Euro o in una pena fino a 6 mesi di reclusione. Nonostante la sentenza favorevole, il protagonista del video appellava la decisione, non ritenendosi pienamente soddisfatto sotto il profilo risarcitorio, ma, nelle more del giudizio di secondo grado, rinunciava al proprio appello e la sentenza diventava quindi definitiva.
Per chi fosse interessato ad approfondire ulteriormente la questione, segnalo che il documentario sull’intera vicenda può essere visionato a questo
indirizzo, mentre la sentenza, in formato pdf, può essere scaricata a questo
link. Il video, nella sua forma originale o in una delle sue mille parodie, è invece facilmente reperibile su Youtube.
Andrea Palumbo