Tante volte, quando si leggono i libri di storia, o quando li si studiava a scuola, veniva messa particolare attenzione allo scenario appena precedente allo scatenarsi di una guerra o comunque di un fatto storico particolarmente importante. Questo per capire dal passato ed intuire in qualche modo il futuro. Per capire come determinate azioni siano state possibili o come non sia stato possibile evitarle. Parlando della II° Guerra Mondiale, esempio a caso, viene messo in risalto come i movimenti politici siano stati in grado - pian piano - di conquistare il favore del popolo oppure, nel peggiore dei casi, di prendere con la forza il potere necessario per attuare i propri piani politici (nella fattispecie...bellici). Ai giorni nostri è troppo facile giudicare quei fatti perchè, con il senno di poi, sappiamo come è andata e non facciamo molta fatica a distinguere i buoni dai cattivi. L'esperienza - non dimentichiamocelo mai - insegna che comunque non è così marcata questa differenza: a volte i buoni sono vittima del Lato Oscuro, e magari le motivazioni dei cattivi sono lievemente legittime, ma è il metodo che li porta completamente fuori strada.
Mi chiedo se l'analisi del passato può aiutarci a decodificare anche i giorni nostri. La risposta credo sia affermativa, ma quello di oggi è un mondo pieno di nuove insidie, di minacce fantasma nell'ombra, di cloni che oggi sono nostri amici ma domani chissà, di principesse che andrebbero salvate e di draghi da sconfiggere. Nei fantasy e nelle fiabe è tutto estremamente semplice: c'è un castello occupato ed una donzella da liberare. Ma oggi è tutto molto più complicato, perchè il drago si nasconde nei deserti e nelle grotte, in scintillanti grattacieli o nell'auto che è di fianco a noi al semaforo. E la principessa? Si chiama libertà o civiltà? Risponde al nome di giustizia oppure fame di soldi? Il fatto di vivere in un determinato periodo offusca la nostra vista? Probabile. Qualche politologo dice uno dei problemi delle moderne democrazie è la poca reattività che queste dimostrano nei confronti dei fatti internazionali che in teoria dovrebbero controllare, in modo più o meno invasivo. Sono d'accordo con questa affermazione, e a mio avviso è un grave rischio. C'è qualcun'altro però che dice che questo sia un vantaggio, ma non mi convince.
E' anche molto rischioso parlarne, ed Oriana Fallaci lo sapeva benissimo. Basta aprire bocca per inveire contro l'amministrazione Bush, e si è subito bollati come ribelli. Se malediciamo quell'11 Settembre, e mandiamo a quel paese Osama Bin Laden, siamo filo-statunitensi. Se parliamo male di musulmani, se facciamo di tutte le erbe un fascio, siamo razzisti. Vengono tirate in ballo guerre di religione, la jihad, scontro di civiltà, etc. Tutto può diventare un discorso pericoloso, dal quale nemmeno il Papa può uscirne indenne. Quello che è innegabile - a mio avviso - è che oggi il mondo assomiglia sempre più ad una grande polveriera pronta ad esplodere, come se fosse una pentola a pressione senza nessuno che la tolga dal fuoco quando arriva il momento. Ogni giorno ci sono dittatori che parlano e che cercano di dimostrarsi i più forti nei modi più folli. C'è chi dispiega portaerei, chi fa discorsi inveendo contro l'uno o l'altro, c'è chi fa test atomici, e chi ne ha più ne metta.
Spero con tutto il cuore che questi non siano avvisaglie di fatti futuri che poi magari i nostri figli leggeranno sui libri di storia.
Non vorrei fare la figura del fesso con i miei figli, quando magari un giorni mi chiederanno: "Ma come diavolo è potuto succedere?"