In questi giorni di vacanza ho avuto la fortuna, grazie ad un invito dell’amico Lorenzo Squarza, di provare il social network di Google, lanciato dai media un po’ come lo sfidante di Facebook. Mi rendo conto che il prodotto è in fase embrionale, mancano le connessioni con il resto del mondo, Twitter, Facebook, ma non sarebbe un problema: quello che manca si può sempre aggiungere.
La cosa che non fa per me è l’impostazione che caratterizza proprio il social di Google: il meccanismo dei circles, o nella traduzione che hanno dato, delle cerchie.
Le cerchie sono un gruppo di persone. Un post viene pubblicato in modo che possa essere visto da tutti o solo dalle persone all’interno di una cerchia. Il meccanismo è lo stesso di wave, sostanzialmente si scrivono cose in un gruppo chiuso di utenti.
Come ho già scritto su Google Plus, questa cosa di dover catalogare le persone mi impaccia al limite del fastidio. Mi spiego: se uno scrive cose interessanti lo seguo su Twitter, se uno è interessante come persona, magari lo connetto in Facebook, o in LinkedIn se l’interesse è più lavorativo che personale. Le cose le scrivo un po’ nel blog, su su Twitter , su Facebook, o nel mio profilo o nella mia pagina Alex Bream e più o meno viene “splittato” un po’ ovunque, poi uno è libero connettersi e di leggere o meno quello che vuole.
La scelta da parte mia in questo caso è “cosa interessa a me”, molto diversa da dover decidere “cosa interessa a loro”.
Alcuni, me compreso, usano Google Plus come se fosse Facebook o Twitter, ma che senso ha? Ci sono molti meno utenti e probabilmente sono sottoinsieme di quelli che abbiamo connesso altrove. Altri invece trovano questo meccanismo delle “cerchie” interessante e lo stanno usando correttamente.
Se un domani Google dovesse aprire ai feed o a Twitter la possibilità di inserire contenuti sicuramente potrebbe diventare un contenitore interessante anche se “usato male”, per ora sospendo la mia esperienza su quel social e dedicherò il tempo ad altro.
Nel frattempo continuate ad aggiungermi nelle vostre cerchie, nulla è deciso per sempre!