Giovedì pomeriggio alla Fnac è stato presentato il libro "La privacy è morta, viva l privacy", scritto da Mauro Paissan, componente dell'autorità garante sulla privacy dal 2001.
In realtà l'evento si è trasformato in una occasione per conoscere direttamente da uno dei massimi esperti in Italia di privacy lo stato dei fatti sulla normativa vigente in tema di riservatezza dei dati personali rispetto ad i nuovi scenari offerti da internet ed ai fenomeni quali Facebook e Youtube.
Infatti, solleticato anche dalla presenza di Peter Fleischer (Responsabile Privacy di Google in Europa ed imputato per il processo Google-Vividown), ho voluto chiedere a Paissan quale fosse secondo la normativa vigente in Italia la reale responsabilità degli Internet Service Provider in caso di violazioni da parte degli utenti.
La risposta di Mauro Paissan è stata chiara, indicando una responsabilità degli Internet Service Provider esclusivamente qualora non rispetti l'obbligo di denuncia che la legge gli impone, diversamente il comportamento illecito di un utente non potrà essere imputabile al sito che offre il servizio.
Mauro Paissan ha voluto arricchire la sua risposta illustrando un caso salito ultimamente alla ribalta delle cronache che ha coinvolto Facebook e che è finito sul tavolo del Garante sulla Privacy.
Il caso riguarda l'infermiera di un reparto di rianimazione che aveva scattato e messo online su Facebook delle foto che riprendevano il reparto ed i pazienti ricoverati.
Il comportamento dell'infermiera rappresentava una grave violazione dei dati sensibili dei pazienti.
Paissan ha spiegato che l'autorità garante è intervenuta nei confronti dell'infermiera e della azienda ospedaliera, mentre non ha in alcun modo coinvolto Facebook proprio perchè alla luce del D.Lgs 70/2003 l'Internet Services Provider non è responsbile delle informazioni memorizzate a richiesta di un destinatario del servizio.
Tali dichiarazioni effettuate da un soggetto autorevole e con un ruolo istituzionale come Paissan sono significative in merito ad un argomento ultimamente al centro dell'attenzione per i fenomeni Facebook e YuoTube e suonano come una assoluzione di Google nel processo che la vede coinvolta per il caso Vividown.
posted @ martedì 2 giugno 2009 15:01