DRM - la Corte Suprema Francese conferma: "il diritto alla copia privata è subordinato all'esigenza di tutelare il contenuto protetto"

La Corte Suprema Francese ha siglato l’ultimo atto della vicenda giudiziaria intrapresa da un consumatore nei confronti della Warner e della Fnac.

 

Tale azione legale era stata intrapresa nel 2006 dopo che il consumatore aveva acquistato un CD di Phil Collins sul quale era presente un sistema DRM che rendeva impossibile effettuare la copia privata digitale.

 

In primo grado, il Tribunale de Grande Instance di Parigi ha riconosciuto al consumatore il diritto ad un risarcimento in quanto si era considerato il DRM come un difetto riscontrabile solo dopo l’acquisto.

 

Nel 2007 però la Corte d’Appello ha accolto le richieste della Fnac e della Warner, ribadendo il suo orientamento che subordina il diritto alla copia privata rispetto al diritto di sfruttamento dell’opera, in quanto ritiene il diritto alla copia privata una eccezione derogabile in caso di esigenze di tutela del diritto d’autore.

 

Qualche giorno fa, la Corte Suprema ha messo la parola fine alla vicenda, confermando la sentenza d’appello e condannando il consumatore al pagamento delle spese legali.

 

Pertanto, la Corte Suprema Francese ribadisce l’orientamento pro-DRM, attraverso il quale erano già state regolate altre azioni giudiziarie analoghe, pur non risolvendo ancora una volta il contrasto tra tale interpretazione e l’istituto dell’equo compenso.