GPL: criteri di scelta per licenziare un software

Prendendo spunto dai commenti ad un post di Marco (Minerva) del 25/11/08, vorrei fare delle riflessioni sulla licenza GPL.

 

Infatti mi rendo conto come spessissimo la licenza GPL venga affiancata al concetto di “software non commerciabile” e, pertanto, la scelta di tale licenza sia collegata alla volontà o meno di porre il software sul mercato.

 

In realtà, l’utilizzo della licenza GPL comporta diverse implicazioni che non inficiano solo la commerciabilità del software, ma che possono essere considerate rilevanti per il titolare del software.

 

Una delle implicazioni più rilevanti consiste nell’obbligo di rilasciare con il software anche il codice sorgente o le istruzioni per ottenerlo. Tale caratteristica è l’elemento fondamentale della licenza GPL perché consente a tutti i soggetti che vengono in possesso del software di poterlo analizzare ed, eventualmente, rielaborare nel rispetto dei principi “open source”.

 

L’altra implicazione che merita riflessioni per chi decide di licenziare un software sotto GPL è la virulenza con cui tale licenza affligge ogni "software derivato".

Infatti l’unione tra un software GPL ed un software licenziato diversamente comporta l’effetto di dover distribuire il “software-derivato” esclusivamente sotto licenza GPL, oppure di non poterlo distribuire per incompatibilità tra le due licenze.

 

Pertanto, le suddette caratteristiche della licenza GPL sono da ritenersi importanti in una valutazione finalizzata all’individuazione della licenza idonea per un software da distribuire. Diversamente, scegliere la GPL a seconda della mera intenzione di commercializzare o meno il software rischierebbe di far compiere al titolare una scelta non idonea alle sue esigenze.