Ultimamente sto vedendo, in molti ambiti - lavorativi e non-, un sacco di cose costruite sui forse, sulle speranze, su ipotesi assolutamente aleatorie.
Un conto è fare ipotesi, un conto è scambiare dei "forse" assolutamente sbiaditi per qualcosa di più. Soprattutto se si devono gestire situazioni che coinvolgono n persone o, peggio, n clienti, o ancora peggio, n rapporti.
Per gestire le situazioni bisogna fare un piano preciso. Un conto sono le speculazioni, un conto è l'agire. Il piano poi va seguito in maniera "evolutiva", "agile" e chi più ne ha più ne metta, ma bisogna averelo e impegnarsi ad applicarlo.
E per farlo bisogna essere SUL PEZZO. Non ci sono ma, se o però. Se non si può essere sul pezzo, le cose andranno come andranno... come "non" dicevano i Litfiba...
Queste sono le situazioni in cui essere agili non basta. Per riagganciarmi ad un post di luKa (che ora non trovo), dove chiedeva se aveva ancora senso l'esperienza e la preparazione credo proprio che in queste situazioni la differenza ci sia, eccome.
La cosa bella dell'esperienza è che se uno è capace e non ha la memoria di un pesce rosso (modo di dire sbagliato), dopo aver preso delle bastonate, l'esperienza se la fa.
Poi bisogna vedere se è in grado di metterla in pratica, ma è un altro discorso. Io di bastonate ne ho prese tante in passato... e come dicevo ieri, quello che non uccide....
P.s. so già che in futuro mi aspettano tante altre bastonate e tante altre esperienze da accumulare... ma non è forse questo il bello del nostro lavoro?