Bootstrap e la tassonomia

Stando a Wikipedia e ai vaghi ricordi liceali, la tassonomia è la disciplina della classificazione. Twitter Bootstrap fa proprio quello,né più meno di Linneo che se ben ricordo si applicò alla classificazione delle specie animali e vegetali.

Poteva anche farlo un'altro framework CSS/JS/HTML ma alla fine ciò che serviva al popolo web era una lista verosimile di elementi HTML, di quelli che si usano oggi e non di quelli che si sarebbero dovuti usare in una certa maniera nei primi anni 80.

HTML ha vinto alla grande la battaglia--a dire il vero poco più di una scaramuccia--con le orde del cosiddetto RIA. Credo fosse l'ultima mia volta ad un Community Days molti anni fa quando mi lanciai nella profetica visione di un mondo che usa XAML invece di HTML e C# invece di JavaScript. La visione storica era assolutamente veritiera; ma gli strumenti che si sono affermati sono stati altri. Ma se ci pensate, Twitter Bootstrap eleva HTML al rango di un linguaggio più alto livello anche se non complesso come il super-ingegnerizzato XAML. E il JavaScript viene arricchito da framework che più o meno simulano un linguaggio di più alto livello di astrazione.

Twitter Bootstrap ci dice due cose essenziali.

  1. Le pagine web oggi hanno bisogno di elementi che in HTML non ci sono, ma si possono creare. Bootstrap non solo dice quali ma dice pure come debbano essere creati. E lo fa solo con CSS, HTML e un pizzico di jQuery tra l'altro operando una selezione tra le quintalate di plugin che fanno la stessa cosa. Per ogni nuovo elemento--drop-down, breadcrumb, pager, tab, carousel, modal che sia--ci dice il layout HTML e come programmarlo e quali siano gli eventi intercettabili.
  2. Le pagine web devono essere responsive. E integrando meccanismi HTML responsive al suo interno forse Bootstrap riesce a trovare le parole giuste per spiegare che mobile web è altro da mobile-first. E che mobile-first è solo approssimazione.

Non è sorprendente che in molti casi sia sufficiente avere un sito che più o meno si vede su mobile. In questi casi, Bootstrap fa un eccellente lavoro. Però al tempo stesso divenendo responsive un fatto automatico e naturale diventa più facile per tutti capire quando ci vuole qualcosa di più--ovvero server-side detection di capabilities e classificazione delle view più o meno secondo i breakpoint di Bootstrap.

PS: Quando si parla di server-side detection di dispositivi NON si parla di avere una view HTML per ogni accidenti di telefono né di farsi a mano il parsing delle UA string. Si parla di usare  strumenti che dicano se un certo browser appartiene ad una certa classe: smartphone, tablet, etc. Solo che rispetto a CSS media queries ci sono centinaia di capability su cui differenziare HTML e anche CSS e JavaScript.

 

 

 

posted @ lunedì 16 dicembre 2013 02:00

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