Concordo con Massimo sul fatto che esiste molta gente competente che non lascia traccia di sé.
Lo noto soprattutto quando leggo i vari cv dove è difficile trovare riferimenti a lavori fatti, vuoi perché sono applicazioni intranet vuoi perché c'è un'autenticazione vuoi perché non si ha motivazione a condividere le proprie gratificazioni con gli altri.
Rispetto al basso livello qualitativo cui si riferisce Stefano credo che non sia legato alla professionalità di chi lavora sul software ma al fatto che le aziende italiane purtroppo non viaggiano alla stessa velocità delle nuove tecnologie. Questo perché non sono orientate al cambiamento e restano legate a vecchi modelli di business (abbiamo visto tutti quante belle realtà hanno chiuso). L'effetto è appunto un prodotto fatto in poco tempo e si veda, se funziona tanto meglio.
C'è da dire che per quanto sia facile trovare gente tecnicamente preparata risulta altresì difficile trovare mentalità aperte al cambiamento, cioè persone che si mettono in discussione, con umiltà, tutti i giorni. Questo per imparare ad essere sempre più bravi e competitivi con il mercato.
Queste sono le vere doti che le aziende devono salvaguardare con gelosia e coltivare nel tempo, a cui segue la preparazione tecnica, le certificazioni e quant'altro.
Certo, se il mercato italiano è fatto di consulenti che stanno "due mesi di lì e altri tre di là" è ovvio che è difficile trovare queste qualità nelle persone e continuità sui progetti (e quindi qualità).
E io faccio veramente fatica adirittura (perché oggi lo fanno in pochi) proponendo contratti di assunzione a tempo indeterminato! Se conoscete qualcuno interessato... rimandatelo a questo link