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The Unified Modeling Language User Guide (capitolo 12 di 32 - appendici escluse)...

...come da titolo: sono arrivato al dodicesimo capitolo. E comincio a capire...che devo rileggerlo di nuovo. E probabilmente di nuovo ancora. O forse non è questo quello che mi serve. Ci penserò.

Benchè il testo si presenti come una guida utente e quindi non presenti all'apparenza particolari voli pindarici, è nella sostanza che se ne apprezza la "consistenza".

[Premetto che finora conoscevo UML soltanto al livello sufficiente per "tratteggiare" (come lettore, dato che non mi sono mai cimentato come scrittore) le caratteristiche di un sistema]

Diciamo subito che il libro parla di linguaggio, quindi di comunicazione.

L'illuminazione che mi ha folgorato (!) è che un linguaggio non è fine a se stesso. Lo scopo di un linguaggio è trasmettere informazioni.

Quello che mi ha stupito maggiormente in realtà è la constatazione semplice e pura che formalizzare dei requisiti costa vera fatica. Per tutti noi probabilmente è facile avere nella propria testa l'idea di cosa dobbiamo realizzare, come deve comportarsi, quali sono caratteristiche desiderate, quali no, come farla evolvere, ecc...La parte difficile è raccogliere ed organizzare le idee in modo tale che anche qualcun'altro al di fuori del nostro cranio possa comprenderle ed utilizzarle fin dalle primissime fasi, quando ancora sono solo poco più che in fase embrionale: questa è la sfida che UML vuole affrontare. Benchè sia solo un linguaggio, dunque un formalismo, riesce ad accompagnare, ed anzi condurre, l'utente a porsi le domande giuste per scomporre il problema nelle giuste direzioni ma senza costrizioni: un diagramma per ciascun aspetto (peraltro al livello di dettaglio necessario fino a quel momento). Tra l'altro l'espressività dei diagrammi è modulabile a piacere: si possono usare "sofisticazioni" via via crescenti arrivando a dettagliare particolari difficili da esprimere anche a parole...e qui la cosa si fa veramente dura...

Nonostante tutto, questa attività consente di arrivare ad un livello di "consapevolezza", secondo me, difficile da raggiungere diversamente...se non con una infinita esperienza...forse.

posted on venerdì 11 febbraio 2005 02:06 Print
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