Ho ricevuto il seguente testo e (cosa che non faccio mai) ho pensato opportuno riproporla qui, affinché (secondo l’intento di chi l’ha scritta) venga ripresa e reinviata a agli indirizzi tg1@rai.it e tg2@rai.it da altrettanti cittadini italiani stanchi di questo regime comunicazionale.
Gentili Redazioni,
lo scorso 16 giugno 2010 nella città dell'Aquila oltre 20.000 cittadini uniti a tutte le Istituzioni del territorio (Comuni, Provincia, Regione), ai rappresentanti sindacali, alle associazioni di categoria, ai comitati cittadini, ai rappresentanti della Chiesa, ecc. hanno dato vita a una delle manifestazioni più vive, partecipate e civili che la mia memoria ricordi. I manifestanti, per far sentire la propria voce, dopo aver attraversato l'intera città, hanno sorpassato i caselli autostradali bloccando per oltre un'ora l'autostrada A24 in direzione Roma.
Nonostante questo, i cittadini dell'Aquila e i loro rappresentanti istituzionali sono stati ignorati dalle vostre testate giornalistiche che, nelle edizioni serali, hanno preferito dare ampio spazio ad argomenti quali l'infortunio di Buffon, i rischi legati alla Nutella, la moda maschile dell'estate, ecc.
Siamo perfettamente a conoscenza delle leggi, dei codici e delle autoregolamentazioni che il servizio pubblico radiotelevisivo, del quale contribuiamo a sostenere le spese attraverso il canone, ha il dovere di mettere in pratica, a partire dai principi Costituzionali per arrivare al Codice etico approvato all'unanimità dal Consiglio d'amministrazione nel 2003 e vincolante per tutti i dipendenti Rai: pluralismo nell'informazione e nella programmazione, trattazione di fatti salienti e di interesse pubblico e sociale, al fine di contribuire allo sviluppo sociale e culturale del Paese. Tutto ciò accanto al diritto di informazione, inteso nella sua triplice veste di informare, informarsi e, soprattutto, di essere informati.
Tutti i cittadini italiani hanno appunto il diritto di essere informati dello stato in cui versa il capoluogo di una Regione e il suo territorio, una città colpita tanto duramente da una catastrofe naturale senza precedenti da essere - a oltre 14 mesi dal sisma - praticamente al collasso da un punto di vista economico e sociale e ancora ferma nelle attività di ricostruzione. Una città che chiede quindi risorse e risposte certe per il proprio presente e il proprio futuro. Nonostante ciò, le maggiori testate giornalistiche del servizio pubblico radiotelevisivo continuano a ignorare quanto avviene in città e le sue grida di allarme, preferendo alla semplice descrizione dei fatti una rappresentazione spesso parziale o distorta del reale o semplicemente il silenzio.
Da cittadina aquilana e italiana chiedo quindi a gran voce il perchè di una simile scelta di selezione/rappresentazione delle notizie e il rispetto del compito che vi siete dati e del vostro ruolo di giornalisti,chiamati a concorrere alla costruzione di un'opinione pubblica informata, critica e costruttiva.
Ringrazio dell'attenzione e auguro un buon lavoro, nella speranza che sia migliore di quello fatto finora.
Fabrizia Petrei
posted @ sabato 19 giugno 2010 02:36