Mentre facevo consulenza in una assicurazione mi sono trovato nel mezzo dell'esercitazione aziendale anti incendio.
Senza preavviso è partito l'allarme , un segnale sonoro, la luce dei lampeggianti e dagli altoparlanti le indicazioni per sgomberare in modo ordinato l'edificio. Una lunga fila verso la porta di sicurezza.
Prima di tutto la cavalleria e lascio passare la bella assicuratrice di Trieste - Janky mi maledirebbe se avessi fatto altrimenti - quindi sarà l'abitudine a ragionare o più facilmente l'esperienza delle faticose scalate in mountain bike che abituano a pensare a risorse finite (gambe e fiato): mi guardo intorno e vedo un'altra uscita di sicurezza praticamente libera. Lascio la fila e in un attimo sono sul punto di ritrovo nel piazzale.
Tutto quel agitarsi, quel fare apparentemente operoso verso la fila d'uscita era entropia. Il punto per cavarsela consisteva nel dividersi tra le porte di sicurezza accessibili.
Stare sull'attenti, correre e scattare prontamente fa bella scena e potrebbe non essere una soluzione.
Mi viene in mente queste massima letta sulla porta dell'ufficio di un cliente
Non esistono cose urgenti, esistono persone in ritardo
Anche in questo caso è possibile correre, scattare e agitarsi oppure accettare che il tempo è una risorsa finita non si comprime ne si dilata quindi fermarsi a pensare come usarlo al meglio.
Che traduco nella massima:
Gestisci il prevedibile e preparati a reagire all'imprevedibile oppure subisci gli eventi
I metodi agili suggeriscono: quando il tempo non basta riduci lo scope e aumenta la qualità (se la riduci le cose andranno ancora peggio).