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  • Questo blog si propone di raccogliere riflessioni, teoriche e pratiche, su tutto quello che riguarda il world-computing che mi sta attorno: programmazione in .NET, software attuale e futuro, notizie provenienti dal web, tecnologia in generale, open-source.

    L'idea è quella di lasciare una sorta di patrimonio personale, una raccolta di idee che un giorno potrebbe farmi sorridere, al pensiero di dov'ero e cosa stavo facendo.

    10/05/2005,
    Milano

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venerdì 20 aprile 2007

Come la penso sui prossimi Community Day

Il newsgroup è lo strumento di comunicazione ufficiale della community.
Quindi, per una volta ho lasciato perdere il mio blog e ho preferito scrivere sul newsgroup, appunto.

Tutto si basa sul principio "Non è che siccome sono tuo amico, allora non ti posso urlare in faccia o
parcheggiare le mani in faccia
". Ovvero, non è che siccome sono un membro di UGIdotNET, allora non possa essere critico, parlando di workshop e di tariffa di iscrizione. Qua dico solo una cosa breve, veloce ed un tantino polemica: avremmo potuto evitare di pagare X Euro per partecipare ad uno workshop, se qualche mese fa tutti noi avessimo donato ad UGIdotNET qualcosa come X/50 Euro.

Per chi volesse leggere e partecipare alla discussione: potete farlo su http://forum.ugidotnet.org/, naturalmente sia via Web che via newsreader, come volete voi. Non posso pubblicarvi il link diretto al thread perchè non è ancora apparso, perciò cliccate sul link generico ai forum ed andate su System.Freetime.

Spero che la discussione non degeneri in un flame, credo di essere stato più che ragionevole. :-)

posted @ lunedì 1 gennaio 0001 00:00 | Feedback (6) | Filed Under [ Community ]

Quando il vecchio non può più, ed il nuovo non può ancora...

Quando il vecchio non può più, ed il nuovo non può ancora, giunge il momento dell'avventura reazionaria
Antonio Gramsci, uno dei fondatori del Partito Comunista Italiano (12 Gennaio 1921)

Non ho fatto l'università.
A 18 anni, terminato l'ITIS a Lodi, ho cominciato a lavorare come falegname con mio padre. Solo un paio d'anni dopo ho cominciato la mia carriera come programmatore. Vado orgoglioso di questa mia scelta. In quel periodo, quando ero un po' più giovane, avevo il mio lavoro da dipendente, dove mi occupo di assistenza hardware & software. Mi capitava di aver a che fare con clienti privati (dal vicino di casa a tutti gli altri), i quali si rivolgevano a me per i motivi più disparati, come installazione di stampanti, formattazione di PC, installazione di software, corsi su come navigare su Internet, su come scansionare fotografie, come usare Word o Excel, come usare Windows in generale, come copiare files, come masterizzare, come ascoltare files mp3 e così via. Avere quei clienti, che ti pagavano più che altro con qualche mancia, è stata all'epoca una fortuna, perchè mi ha svegliato, mi ha messo di fronte a persone che avevano bisogno del mio aiuto, e per certi versi mi ha insegnato a trattare con le persone.

Oggi la storia è molto diversa. Non ho più tempo per seguire questi piccoli clienti. Non voglio essere ipocrita, probabilmente sono anche io che oggi ho alzato un po' il tiro e tendo a scartare certi lavori, semplicemente perchè non ho più la stessa disponibilità di una volta. Lavoro a Milano, sono fuori tutto il giorno e la sera non ho affatto la voglia di andare di qua e di là ad occuparmi di problemi che, con tutta franchezza, non mi sento più di risolvere: specialmente quando si tratta di hardware, dove non sono più così ferrato.

Ma adesso arriva il motivo per cui ho indegnamente citato Gramsci. Noto che non c'è un ricambio di persone. Oggi io ho 30 anni, ma i 18enni di oggi non hanno la stessa voglia che avevo io alla loro età. A 18 anni io correvo quando un qualcuno mi chiamava, perchè significava avere qualche soldo in più in tasca col quale comprare un mazzo di fiori alla ragazza. Oggi non è più così. I 18enni oggi hanno in mente altro, vai tu a capire cos'è. Il senso della frase di Gramsci è ovviamente diverso, ma l'antitesi tra vecchio e nuovo mi ha comunque affascinato. Il vecchio, cioè io, non può più fare un lavoro che non gli spetta, o che non vuol fare. Ma il nuovo non può ancora, o non vuole farlo. Quei clienti storici, come li chiamo io, mi chiamano ancora oggi, perchè mi conoscono, si sono affezionati e sanno che tutto sommato faccio un buon lavoro (!!!). Ma, cavolo, a me piacerebbe che si rivolgessero ai giovani di oggi, e non agli stessi che chiamavano 10 anni fa. E la colpa, se di colpa si può parlare, non è solo del cliente in sè, quanto dei giovani che non sono attivi, che tardano un po' ad arrivare sul mercato del lavoro, ma insistono a farsi una laurea trascinata inutilmente nel tempo, considerando il lavoro come sporcarsi le mani (più tardi si comincia, meglio è).

Non so dove sono andato a parare, volevo condividere con voi questo folle ragionamento.

posted @ lunedì 1 gennaio 0001 00:00 | Feedback (4) | Filed Under [ Tecnologia ]

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