Se oggi sono qua a scrivere, faccio il lavoro che faccio e ho questa grande passione per la programmazione e l'informatica in genere, lo devo soprattutto a mio padre che alla mia età acquistò il nostro primo home-computer, intorno al 1984. L'home-computer era il mitico Texas Instruments Ti-99, il primo computer a 16 bit che la storia ricordi. Un computer bistrattato, forse, che potenzialmente poteva dare la birra a tutti gli altri, ma che a causa dell'interprete BASIC era infinitamente più lento.
Lui lo usava soprattutto per giocare a scacchi, per scrivere qualche linea di codice BASIC per fare i conti. Gli anni successivi hanno poi dimostrato - e lo dice lui stesso - che quel computer l'ho usato più io. Ma con quel computer mio padre ha acceso la scintilla che era in me per questo mondo digitale. Mio padre ha sempre fatto il falegname, ma non un falegname qualsiasi. Un vero artista, uno di quelli che quando voleva si metteva lì con martello, scalpello e con gli utensili di una volta per tirar fuori dal legno piccolo opere d'arte. Un ciclista amatoriale, anche: se non fosse per il fatto che ogni anno va in campeggio in Puglia, farebbe molti più chilometri in bicicletta che in automobile. Ma anche uno sportivo sano, che crede nei valori dello sport, come quando ha portato la fiaccola olimpica di Torino 2006.
L'ho detto più di una volta, parlando in famiglia: uomini come lui non ce ne sono molti, e non lo dico con retorica. Uomini che hanno abbandonato la loro terra d'origine, hanno vissuto il boom economico degli anni '60, che si sono dati da fare per costruire il loro futuro. Oggi, uomini così possono vedere i segni della loro determinazione, ed hanno ancora la voglia di guardarsi avanti e possono fare ancora molto.
Mio padre mi ha insegnato tanto, e quello che sono lo devo anche a lui. Mi ha insegnato che quello che desidero lo devo conquistare con le mie mani, e non perchè qualcuno te l'ha dato gratis. Questo valeva nel piccolo una volta, quando volevo una scatola di LEGO o un motorino, e vale ancora oggi quando si parla di automobili o di comprare casa. Mi ha insegnato a fare le divisioni con la doppia cifra al divisore, una volta. Mi ha insegnato a guidare, a non urlare troppo quando si discute.
Esattamente oggi mio padre compie 60 anni tondi tondi. Abbiamo trent'anni di differenza, ma quasi non li sento. Io e mio padre parliamo e discutiamo su tutto. Parliamo di Google, della guerra in Iraq, del mio lavoro, di come si cucina, di calcio, di auto e delle assicurazioni, di macchine digitali, di Happy Sign più che altro perchè si chiama Giollino perchè era il nomignolo del nostro cane Jolly. Qualche volta litighiamo, perchè ci sono argomenti sui quali la pensiamo l'uno l'opposto dell'altro. Ma va bene così, ogni tanto purtroppo capita. Quello che conta è l'immagine che ho io di te, non le parole che a volte escono in preda alla rabbia o a quella voglia di "avere ragione" che mi viene. Stasera verrà chi deve venire, ci beviamo la tua bottiglia di Dom Perignon che ti abbiamo preso e festeggiamo tutti assieme, sperando che la pastiera napoletana che ha preparato la mamma sia buona come solo lei sa fare.
Tanti auguri, papà, ti voglio bene! Buon compleanno!